In questo laboratorio del progetto Kids' Lab digital riproduciamo due diverse condizioni: una naturale e una artificiale, per capire che cosa significhi degradazione. E dimostreremo che anche la plastica bio, se non viene correttamente raccolta in maniera differenziata e avviata al riciclo, può inquinare.
Hai visto il video? Ecco la spiegazione scientifica:
I primi due test riproducono due condizioni naturali: quelle di un ambiente marino e quelle di un terreno in cui si svolgono processi di fermentazione. In nessuno dei due casi, né la plastica tradizionale, né quella biodegradabile mostrano immediati segni di decomposizione. Nel terzo test, invece, un composto artificiale e aggressivo come l’acetone comincia subito ad alterare e decomporre entrambi i tipi di plastica, sia quella “normale” sia quella biodegradabile. Questo significa che se la plastica biodegradabile non viene raccolta e avviata al riciclo in maniera controllata, rimane intatta per mesi interi perché, abbandonata nell’ambiente naturale, si decompone molto lentamente in conseguenza dell’attacco della luce solare e dei batteri presenti nel terreno. Per ottenere uno smaltimento veloce è necessario sottoporla a condizioni drastiche create dall’uomo (come l’acetone usato nel nostro esperimento).