Non è esattamente una sorpresa: secondo la ricerca promossa da Microsoft intitolata “European Girls in Stem” (Stem è l'acronimo inglese di scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), solo il 12,6 per cento delle studentesse italiane comincia gli studi universitari nelle materie Stem e solo il 6,4 per cento lavora nell’Ict (ossia nel mondo dell'informatica). La cosa curiosa è che l’interesse delle ragazze per le materie Stem matura verso gli 11 anni ma intorno ai 17 si perde.
Come se non bastasse, a 15 anni, ogni due ragazzi che vogliono diventare ingegneri c'è meno di una ragazza che desidera fare altrettanto. E se prendiamo in esame la sola tecnologia, poi, la differenza è abissale: 10 a 1!
“European Girls in Stem” è la prima ricerca che vuole definire qual è il momento esatto in cui le giovani donne perdono interesse verso lo studio delle materie tecnico-scientifiche e quali sono le loro le motivazioni.
Fa parte dell'edizione 2017 del progetto “Nuvola Rosa”, nato nel 2013 su iniziativa di Microsoft (e con la collaborazione della Fondazione Mondo Digitale e growITup) per sostenere la diffusione di competenze digitali attraverso percorsi di formazione gratuiti, destinati a migliaia di giovani donne in Italia e all’estero.
Da marzo a dicembre 2017, in oltre 40 corsi di formazione più di 1.500 studentesse e giovani donne di tutta Italia potranno migliorare le loro competenze base dell’informatica, imparare il coding e i principi della robotica e dell’arte digitale.
In più gruppo di esperti dell’Ocse (l'Organizzazione per la cooperazione e lo svilupop economico) ha fatto a ragazze e ragazzi domande su italiano, scienze e matematica e, in più, hanno chiesto loro quali fossero i sogni e le aspettative una volta “diventati grandi”.
Il quadro che ne è venuto fuori è molto netto: i maschi sono interessati da tutto ciò che è tecnologico, le ragazze dalla medicina e, più in generale, dalle professioni mediche, che comprendono anche veterinaria e infermieristica.
Se poi analizziamo quali sono, nel mondo della tecnologia digitale, le professioni più ambite e che danno più possibilità di trovare presto un lavoro una volta terminati gli studi, scopriamo una lista di nomi piuttosto strani. Vediamole.
Esperto in metodologie agili: è lo specialista capace di creare velocemente e a basso costo le applicazioni software. Questa specialità è l'unica, per ora in Italia, in cui le donne sono circa il 50 per cento del totale. Nelle altre sette professioni i maschi sono di gran lunga la maggioranza.
Esperto nell'Internet delle cose: L'internet delle cose è la tecnologia che mette in comunicazione gli oggetti con internet, dando così loro nuove capacità e potenza. Il futuro passa da qui.
Esperto in cyber sicurezza: l'esperto della cyber-sicurezza aziendale è una figura chiave di ogni azienda. Perché è lui che deve difendere i segreti aziendali dagli attacchi di hacker e pirati informatici.
Sviluppatore di applicazioni per i dispositivi mobili: è colui che si occupa di far creare e sviluppare le app per il mondo mobile, ossia per i telefonini e i tablet.
Data scientist: è un esperto nell'analisi dei dati.
Ingegnere dei big data: è lo specialista che gestisce ed elabora una delle più importanti novità della tecnologia digitale degli ultimi 10 anni: i big data, letteralmente “grandi (quantità) di dati. Analizzando ed elaborando in modo opportuno questi dati è possibile ottenere tantissime utili informazioni.
Digital information officer: ossia il responsabile della gestione, del trattamento e della valorizzazione delle informazioni digitali di una società.
Data protection officer: ossia il responsabile della privacy e della della protezione dei dati personali da attacchi di pirati e hacker. Deve conoscere i regolamenti e le tecnologie per proteggere la privacy.