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Navi sott’acqua: i segreti di sommergibili e sottomarini

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Chi ha inventato sottomarini e sommergibili? E qual è la differenza? Scoprilo con noi.

La forma è simile, ma il sommergibile naviga a filo d’acqua, immergendosi a volte in profondità, mentre i sottomarini si muovono negli abissi e si affacciano solo ogni tanto in superficie. Entrambi sono battelli “subacquei” con origini e storia comune.

LE ORIGINI

La leggenda narra che il primissimo sommergibile fu fatto costruire nel IV secolo a. C. dal condottiero macedone Alessandro Magno, curioso di esplorare il fondo del mare. Il battello assomigliava a una botte di vetro; e sempre a una botte, ma in legno, assomiglierà duemila anni più tardi il primo esemplare “moderno” di sommergibile, progettato dall’americano David Bushnell.

Si trattava del Turtle, “tartaruga”, e si spostava in acqua grazie a una doppia elica mossa... a mano. Ultimato nel 1775, il Turtle poteva imbarcare cariche esplosive in vista di un possibile uso bellico.

NAVI DA GUERRA

Proprio in ambito militare fu impiegato il primo sommergibile simile a quelli attuali: l’Hunley (dal cognome dell’ingegnere che lo progettò), realizzato in metallo e usato nel 1864 durante la Guerra di secessione americana. Lungo una decina di metri, aveva un’elica collegata a un’asta mossa da più uomini. Tra i primi apparecchi a motore (sia a benzina sia elettrici), vi fu invece quello dell’irlandese John Philip Holland, varato nel 1897 (e chiamato con il nome del suo ideatore). Viste le loro potenzialità belliche, basate sull’effetto “sorpresa” in battaglia, i sommergibili vennero poi impiegati nella Prima e nella Seconda guerra mondiale.

COME SONO FATTI?

Negli anni si sono avute migliorie come l’adozione del doppio scafo (per resistere meglio alla pressione dell’acqua), del periscopio e della propulsione nucleare, che nel secondo dopoguerra ha decretato il boom dei sottomarini.

I motori a energia nucleare, più potenti e meno ingombranti dei precedenti, consentono infatti di navigare a grandi profondità per lunghi periodi. Altre evoluzioni tecnologiche hanno riguardato gli strumenti per l’orientamento, il monitoraggio e le comunicazioni (grazie a speciali sensori, antenne, telecamere, sonar e radar). I battelli subacquei sono così divenuti preziosi anche per la scienza, permettendo agli studiosi di spingersi a migliaia di metri sotto la superficie.

Nonostante i progressi fatti, sommergibili e sottomarini sono luoghi poco accoglienti: gli spazi sono angusti e maleodoranti, e serve molto allenamento psicologico per rimanere intere settimane sott’acqua. In più, nei sotto- marini non c’è aria naturale, per respirare si ricorre a scorte d’aria compressa o a reagenti chimici che trasformano in ossigeno l’anidride carbonica espirata. Tuttavia, se ne è diffuso l’uso turistico per ammirare la ora e la fauna sottomarine, come sognato da Alessandro Magno secoli fa.