Per scoprire chi ha inventato lo spazzolino da denti, dobbiamo saltare indietro nel tempo di parecchi secoli.
Il primo spazzolino storicamente documentato risale alla fine del 1600, ma dovettero passare altri 150 anni prima che questo utile strumento fosse prodotto in serie e si diffondesse tra la popolazione, a partire dalla metà del 1800.
Anche in questo caso, però, alle buone intenzioni non sempre corrisposero i fatti: i primi spazzolini industriali (realizzati in America), furono fatti usando peli di cinghiale. Il fatto è che questi peli contenevano così tanti batteri che, anziché aiutare a pulire i denti, impestavano la bocca.
Oggi per fortuna, l'igiene degli spazzolini è assoluta: da circa 80 anni vengono realizzati con setole sintetiche, di nylon: non avete scuse per non usarli dopo ogni pasto!
Gli archeologi hanno trovato tracce dell'antenato dello spazzolino da denti addirittura tremila anni prima di Cristo. Si trattava di un rametto che, sfilacciandosi mentre lo si masticava, puliva i denti con un'azione meccanica di sfregamento.
L’inventore del dentifricio è considerato Scribonius Largus , un medico romano che, nel I sec. d.C., mise a punto un miscuglio dedicato all’igiene orale: aceto e sale (come disinfettanti), miele, e piccole schegge di vetro come componenti abrasivi (ossia ruvidi, per rimuovere dai denti lo... sporco più ostinato ).
Naturalmente ci si puliva i denti anche prima di Scribonius Largus.
Nell'Egitto dei faraoni, per esempio, già nel IV sec. a.C. mescolavano sale, pepe, foglie di menta e fiori di iris. I Romani dell'epoca prima di Cristo, invece, si servivano di composti a base di urina umana, per le sue proprietà anti-infiammatorie. Facciamo un salto di 1700 anni: nel XIX secolo, per pulirsi i denti era diffuso un composto pastoso a base di sale, calcio, carbone e polvere di mattoni.
La composizione di questi intrugli era però molto variabile e, vista con le conoscenze di oggi, anche inadatta. Per esempio quando veniva usato il miele, che è una sostanza che crea le condizioni per la carie anziché combatterla. Oppure l'aceto, che non aiuta affatto ad avere l'alito fresco. Quanto al carbone beh... lasciamo perdere. Il dentifricio moderno compare solo all’inizio del ‘900, venduto in tubetti simili a quelli per i colori a tempera.
Sciacquarsi la bocca con l’acqua dopo i pasti non basta: il dentifricio, infatti, contiene sostanze indispensabili per l’igiene orale, per esempio il fluorato di sodio o lo zinco, composti con proprietà antisettiche che prevengono la carie.
Contiene anche sostanze benefiche quali il calcio (utile allo smalto dei denti) e, per rimuovere le macchie, sostanze collose e moderatamente abrasive. Una di queste è il solfato di sodio che, assieme all’azione meccanica dello spazzolino, è efficace nella rimozione delle macchie causate dai cibi e dai liquidi (per esempio le bibite colorate o il tè).
Un altro importante ingrediente del dentifricio sono le sostanze schiumogene: la schiuma, infatti, penetra meglio negli interstizi dei denti e arriva anche là dove le setole dello spazzolino non giungono. Infine il dentifricio moderno contiene aromi come la menta o l'eucaliptolo per profumare l'alito e mantenerlo fresco più a lungo.