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Come funziona il cinema in 3D?

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Come funziona il cinema in 3D?
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Da qualche anno molti film proiettati al cinema sono realizzati anche in 3D. La televisione e i dvd, piano piano, si stanno adeguando alle immagini tridimensionali. Ma come funziona, precisamente, il 3D? Te lo spiega Focus Junior!

Ve lo dico subito: questo articolo non è molto facile. Ma se leggete con un po' di attenzione capirete un bel po' di cose nuove interessanti e curiose!! Pronti, via!

I primi esperimenti di film in tre dimensioni furono realizzati in America nei primi anni '20 del Novecento . Non ebbero successo, e questa tecnologia venne messa da parte fino agli anni '50. Infatti,  il 3D al cinema venne rispolverato per contrastare la tv , che stava rubando spettatori alle sale cinematografiche. Anche in quel caso, però, si trattò di un fenomeno passeggero . Oggi, invece, questa invenzione è stata fortemente migliorata, fino a ottenere i risultati entusiasmanti e realistici che tutti abbiamo visto. Anche in televisione.

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Che cos'è il cinema 3D?

 

Un film tridimensionale è un film che, grazie a speciali tecniche di ripresa , fornisce una visione stereoscopica delle immagini. Stereoscopica significa che dà la sensazione del rilievo e della profondità . Ossia del 3D, la "terza dimensione" oltre ad altezza e larghezza.

Come avviene la visione stereoscopica nel cervello dell'uomo. |

Anche le sale cinematografiche, per mostrare il film in 3D devono essere dotate di speciali proiettori, altrimenti non è possibile mostrare la visione stereoscopica.
La particolarità delle immagini proiettate con questi sistemi è che sembrano avere davvero profondità , non sono più piatte! La magia è possibile grazie a occhiali speciali che vengono distribuiti all'ingresso della sala.

 

Un nuovo tipo di 3D

Per risolvere il problema della bassa qualità del 3D a lenti colorate e dei colori falsati, sono stati creati dei nuovi occhiali 3D con lenti polarizzate (leggi la spiegazione sotto) che non limitano la percezione dei colori e, in più, eliminano buona parte dei difetti del sistema a lenti colorate.

Questo tipo di tecnologia, però, richiede due proiettori sincronizzati (anziché uno solo), capaci di proiettare separatamente, sullo schermo, le immagini per l'occhio destro e sinistro. Anche con questa tecnologia ogni occhio vede solo una delle due immagini ma con efficacia e realismo molto maggiore.

L'occhio sinistro vede le immagini del proiettore sinistro, il destro vede le immagini del proiettore destro. Il cervello, poi, percepisce le differenze, unisce le due immagini e ricrea il senso di profondità che rende più "veri" questi film!

 

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Nella figura qui sopra vediamo come funziona il cinema 3D a lenti polarizzate. Notate il diverso orientamento delle onde luminose per l'occhio sinistro (freccine verde chiaro, orientate sul piano verticale) e destro (freccine verde scuro, orientate sul piano orizzontale). Notate poi la diversa polarizzazione degli occhiali, con le righine verticali (lente sinistra) e orizzontali (lente destra), che lasciano giungere all'occhio solo le immagini con la polarizzazione corrispondente.

Come funziona la polarizzazione

Normalmente le onde luminose oscillano in tutte le direzioni . Con alcuni accorgimenti, però, l'uomo riesce a "costringere" la luce a oscillare solo in una precisa direzione. Per esempio in verticale, oppure in orizzontale. Questo tipo di luce si chiama luce polarizzata . E si ottiene grazie a un filtro polarizzante, che consente il passaggio delle onde con un solo orientamento.

Gli occhialini per vedere i film in tre dimensioni hanno proprio delle lenti polarizzate. Ogni lente permette solo il passaggio della luce che oscilla o sul piano orizzontale oppure su quello verticale.
Il proiettore proietta le immagini in sequenza, facendo sì che un fotogramma del film sia proiettato con la luce polarizzata verticalmente (e dunque viene recepito da un solo occhio) e l'altro fotogramma sia proiettato con la luce polarizzata in orizzontale (e venga così percepito solo dall’altro occhio ).

Queste due diverse immagini percepite dai nostri occhi vengono poi elaborate dal cervello in un'unica immagine, che ci dà il senso della profondità.

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