Se ne sente parlare da tanti anni ma con l’avvento del Covid è diventato di uso comune per chiunque: stiamo parlando del QR Code, quello strano simbolo che ti sarà capitato di vedere un po’ ovunque, che serve a scansionare i famosi certificati vaccinali, oppure il menù al ristorante… Ma sai come nasce e che cos’è, realmente, questo diffusissimo codice? Scopriamolo insieme!
QR Code significa Quick Response Code, traducibile dall’inglese più o meno con "codice di risposta veloce", da intendere come codice a barre che fornisce subito delle informazioni su un determinato oggetto (e non solo). Questo codice – rappresentato da un quadrato bianco e nero, unico e irripetibile – se scansionato può dare tantissime risposte, perché contiene proprio informazioni. È nato nel 1994 per identificare e tracciare pezzi di automobile in una fabbrica giapponese, la Denso Wave. Nei fatti, si trattava di un metodo molto utile e veloce per tenere aggiornato il catalogo dei materiali presenti nei magazzini.
Dopo decenni, però, il QR Code si è diffuso un po’ ovunque (giornali, cartelloni pubblicitari, confezioni delle merendine...) e ora è il suo utilizzo è quasi quotidiano.
Si tratta di una specie di codice a barre che può memorizzare molte informazioni ed è spesso usato insieme ai cellulari: una volta inquadrato con la fotocamera, il codice rimanda a un indirizzo internet contenente generalmente informazioni sul prodotto a cui è associato.
Tale codice è composto da uno schema di tanti piccoli moduli neri disposti all'interno di uno spazio bianco. La disposizione di questi quadratini contiene delle informazioni che, come in una specie "d'incantesimo digitale", vengono evocate se scansionate da un device (ad esempio, uno smartphone) munito di un programma di lettura appropriato.
Attualmente esistono molti siti e app gratuite capaci di sviluppare in poco tempo un QR Code personalizzato a cui far corrispondere determinate informazioni.
All'interno dei QR Code possono essere memorizzati indirizzi di siti internet, codici numerici, messaggi testuali o input per sbloccare delle funzioni su un'applicazione. La capacità di memoria di questi codici bidimensionali può arrivare ad un massimo di 7.089 caratteri numerici e 4.296 caratteri alfanumerici.
Puoi trovarlo ovunque: sulle pubblicità, nei siti internet, sulle confezioni dei prodotti e dei cibi. Alcuni esempi pratici che puoi verificare subito? Se compri un biglietto della metropolitana di Milano nell'app ATM, dovrai scansionarlo proprio tramite QR Code: questo codice invierà le informazioni – il tipo di biglietto, la sua validità – alla macchina “obliteratrice” e aprirà così il passaggio. Oppure, sei al ristorante? Prova a inquadrare il QR Code con la fotocamera: potrai così leggere il menù su internet. O ancora, usi Whatsapp? Per usarlo dal pc, è sufficiente inquadrare col telefono, tramite l’app, il codice su browser dopo aver aperto il sito, e la pagina recupererà tutte le tue chat.
Insomma, il QR Code ci ha rivoluzionato la vita. E tu, lo scansioni mai per scoprire cosa può svelarti?
Collaborazione al testo di Niccolò De Rosa