I violini italiani costruiti tra Cinquecento e Settecento sono da sempre considerati i migliori del mondo. Copiati, imitati, studiati... da secoli si cerca il segreto di tanta perfezione.
E oggi una ricerca dell'università di Tapei (Taiwan) guidata da Hwan-Ching Tai, chimico e neuroscienziato appassionato di musica, sembra aver trovato una risposta: i violini antichi imitavano la voce umana.
Il violino, strumento a quattro corde che si suona utilizzando un arco, venne messo a punto a Cremona nella seconda metà del Cinquecento dal liutaio Andrea Amati e successivamente perfezionato da un altro grandissimo maestro liutaio: Stradivari. I violini di quest'ultimo raggiunsero dei livelli così alti che tuttora nessuno è riuscita a superare.
Benché attentamente studiati nella struttura e nei materiali costruttivi, i violini di Amati e di Stradivari erano rimasti un mistero per quanto concerne le loro qualità acustiche.
I ricercatori di Taiwan sono partiti da un vecchio mito risalente al Barocco, secondo cui il tono del violino dovrebbe "rivaleggiare con la voce umana più perfetta". Così hanno messo a confronto le scale musicali di 15 antichi violini suonati da un musicista professionista presso il Museo Chimei di Taiwan con quelle di 16 cantanti, metà uomini e metà donne, di età compresa tra 16 e 30 anni.
Le analisi hanno rivelato che un violino costruito nel 1570 da Andrea Amati è caratterizzato da frequenze basse, simili a quelle di un baritono e pertanto imita le voci maschili. Al contrario, Stradivari, nei suoi violini, aveva spinto questi toni più in alto nella scala musicale e il risultato era una 'voce' più simile a quella femminile.
Quindi questa ricerca sembrerebbe proprio indicare che gli antichi maestri progettavano i loro violini con lo scopo preciso di ottenere toni simili a quelli che la voce umana raggiunge nel canto.