Adesso i prof non ce la fanno più: basta con errori ortografici durante le tesi di laurea o scivoloni grammaticali durante gli esami. I giovani devono tornare a conoscere la lingua italiana!
A lanciare l'appello è stato il Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità, consorzio di 600 docenti universitari e accademici della Crusca i quali si sono rivolti al Presidente del Consiglio, al Ministero dell'Istruzione e all'intero Parlamento per invocare serie riforme nei metodi di insegnamento dell'italiano.
Nella lettera aperta, i professori lamentano gravi e diffuse lacune in molti dei ragazzi che approdano all'Università:
«È chiaro ormai da molti anni - affermano i docenti - che alla fine del percorso scolastico troppi ragazzi scrivono male in italiano, leggono poco e faticano a esprimersi oralmente. Da tempo i docenti universitari denunciano le carenze linguistiche dei loro studenti (grammatica, sintassi, lessico), con errori appena tollerabili in terza elementare»
Secondo i firmatari dell'appello, la colpa sarebbe di un sistema scolastico troppo "pigro" nell'intervenire su alcuni argomenti, lasciando che strumenti essenziali (anche se non particolarmente divertenti) come l'ortografia o la sintassi passino in secondo piano.
Questo, oltre alla scarsa abitudine a leggere contribuirebbe a creare una generale mancanza dei fondamenti della lingua, con studenti incapaci di comprendere appieno un testo o elaborare una sintesi che rispetti le più semplici regole di sintassi.
Secondo i promotori dell'iniziativa, la soluzione al problema risiede nella revisione dei metodi di valutazione ed insegnamento: se in un tema o in un riassunto non si azzecca un congiuntivo, non si può dare la sufficienza perché il contenuto generale è azzeccato. Si dia importanza anche alla forma!
La richiesta sembra essere stata accolta dalla Ministra per l'Istruzione, Valeria Fedeli, la quale ha promesso di incontrare i rappresentati del Gruppo di Firenze e di iniziare subito una riforma che valorizzi maggiormente l'acquisizione di competenze linguistiche.
«Il problema principale sono le scuole medie - ha affermato la Ministra sul quotidiano Repubblica - In Italia le elementari funzionano. È alle medie che dobbiamo far crescere la lettura, la scrittura, la capacità di sintesi. I nostri docenti delle superiori e gli esperti dell'Invalsi ci aiuteranno a capire».
E TU QUANTO NE SAI SULLA LINGUA ITALIANA? CONOSCI QUESTE DIECI PAROLE IN VIA D'ESTINZIONE?