?Siamo tutti abituati a vedere incontri sportivi in cui, alla fine, c'è un vincitore e un vinto. Sì, è vero, poi dopo ci possono essere le polemiche per l'arbitraggio o per altre cose, recriminazioni come, ad esempio, nel calcio perché c'era un rigore che non è stato fischiato o un gol in fuorigioco convalidato. Nel basket, perché c'era un fallo non fischiato o uno fischiato che non c'era e cose di questo tipo. Ma insomma, quando la partita finisce c'è un vincitore e un vinto. È accaduto tuttavia che in una partita di basket vi fosse un vincitore e un vinto, ma che il vinto diventasse vincitore e poi di nuovo vinto e poi vincitore. Una roba incredibile. È accaduto nella finale del torneo di basket alle Olimpiadi di Monaco del 1972 tra Stati Uniti e Urss (Unione Sovietica).
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>È una partita equilibrata, in cui tuttavia l'Urss è sempre avanti. Di poco, ma è sempre avanti. Ma gli Stati Uniti, che non mollano mai, recuperano e a 38 secondi dalla fine dell'incontro, si portano a un solo punto dai rivali. Attimi concitati, gioco nervoso, la palla sembra scottare. Quando mancano 10 secondi Collins, giocatore degli Stati Uniti, ruba il pallone agli avversari, vola verso il canestro e subisce fallo. Per lui, a 3 secondi dalla fine, ci sono due tiri liberi che, se segnati, potrebbero portare per la prima volta in testa gli Stati Uniti. E i due tiri liberi entrano nel canestro: gli Usa sono ora in vantaggio per 50 a 49. Difficile, per l'Unione Sovietica, segnare un canestro a 3 secondi dalla fine rimettendo per giunta da fondo campo. E infatti, la rimessa dei sovietici viene intercettata dai giocatori americani. Adesso manca un solo secondo. Gli Stati Uniti sembrano ormai aver vinto.
Ma c'è un colpo di scena. Il primo dei tanti che avverranno. Abbiamo vinto! No, abbiamo vinto noi… L'allenatore dell'Urss, Kondrašin, reclama un time out che avrebbe chiesto al tavolo durante i due tiri liberi per gli Usa. E l'arbitro, dopo averci pensato un po', glielo concede dando poi la rimessa alla stessa Urss. Tutto da rifare, quindi. Manca un secondo alla fine della partita. Parte la rimessa, ma va a vuoto e suona la sirena. La partita è finita e gli Usa festeggiano in campo per l'insperata medaglia d'oro conquistata. Voi pensate che sia davvero finita? No, per niente. William Jones, che è il segretario della Fiba (la Federazione internazionale del basket) ordina all'arbitro di far effettuare un'altra rimessa all'Unione Sovietica e di riportare indietro il cronometro a 3 secondi dalla fine. I giocatori degli Stati Uniti si fermano impietriti in mezzo al campo. Non possono credere a ciò che sta accadendo. L'allenatore americano e tutta la panchina protestano contro l'arbitro e il segretario Fiba. Ma non ottengono niente. Si torna in campo con la rimessa da fondo campo per l'Urss a 3 secondi dalla fine. La rimessa è lunghissima. Belov, il miglior giocatore dei sovietici, riesce saltando ad afferrare il pallone e a segnare da sotto esattamente un attimo prima del suono della sirena di fine partita.
È finita. L'Urss vince 51 a 50 e conquista la medaglia d'oro. Questa volta è davvero finito tutto? Non proprio. Gli Stati Uniti presentano un reclamo ufficiale invocando la vittoria, ma dei cinque giudici che devono decidere, tre bocciano il reclamo americano. È finita davvero, questa volta. Ma c'è un ultimo colpo di scena. I giocatori americani e il loro allenatore non si presentano alla premiazione. Nessuno di loro ritirerà mai le medaglie d'argento. Un protagonista di quell'incontro, l'americano Kenny Davis, fece scrivere nel suo testamento che nessun suo erede avrebbe mai dovuto accettare quella medaglia.
A tutt'oggi, nessuno ha mai ritirato quelle medaglie d'argento.