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Credits: Ipa-agency
Alessandro Magno viene ricordato come uno dei più grandi condottieri di tutti i tempi.

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La falange macedone squadrone di soldati che si muovevano affiancati, in file parallele, imbracciando uno scudo tondo e una lunghissima lancia, tenuta bassa nelle prime file e alta in quelle dietro affinché l’intero gruppo assumesse appunto la forma di un istrice pronto a travolgere i nemici

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Il formidabile esercito romano utilizzava la “testuggine”, una formazione difensiva ispirata alla corazza di una tartaruga. Anche qui i soldati si muovevano compatti, imbracciando scudi rettangolari con cui si coprivano anche sopra la testa, formando un guscio protettivo.

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A volte anche, le migliori tattiche si devono arrendere di fronte a un nemico imbattibile: il meteo. La “sfortuna da maltempo” colpì per esempio Napoleone nel 1815 a Waterloo, dove perse una battaglia decisiva per via della pioggia. Questa rallentò le manovre dell’artiglieria francese (contro gli inglesi) e impedì la tattica dei “colpi di rimbalzo”, in base a cui le palle di cannone dovevano rimbalzare prima di carambolare sui nemici, cosa impossibile col terreno fangoso.

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Il condottiero Gengis Khan (1162-1227) faceva impugnare a ognuno dei suoi uomini molteplici fiaccole, mentre di giorno usava legare ai cavalli dei “fantocci-soldato”. Astuto!

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Oggi, con i progressi tecnologici, si è avverato l’antico sogno di ogni esperto di tattica: spiare e attaccare il nemico senza rischio di essere colpiti. Nuovi mezzi automatizzati, come i droni, consentono infatti ai militari di rimanere seduti davanti a un PC, come in un videogioco.