Un team di archeologi ha scoperto in un cimitero di 3500 anni fa un antico “Libro dei morti” egizio contenente formule magiche per guidare i defunti non mummificati nell’aldilà. Il rotolo di papiro, mostrato durante una presentazione degli ultimi ritrovamenti nel cimitero di Tuna al-Gebel, nell’Egitto centrale, ha una lunghezza stimata tra i 43 e i 49 piedi (ossia tra i 13 e i 15 metri circa).
Era piuttosto comune nell’antico Egitto che rotoli simili facessero parte delle sepolture; le formule e gli incantesimi che contenevano erano una specie di “assicurazione” soprannaturale per il viaggio, come riferisce Sara Cole - assistente curatrice del Dipartimento di Antichità presso il J. Paul Getty Museum - in un’intervista rilasciata al New York Times.
Da quanto ha affermato il Ministro del Turismo egiziano in un discorso dello scorso 15 ottobre, un rapido esame del rotolo scoperto a Tuna al-Gebel ha rivelato che in esso si menziona il “Libro dei morti”. Ma il rotolo non è stato l’unico tesoro scoperto nel sito, risalente al Nuovo Regno (tra il 1550 e il 1070 circa a.C.). Gli archeologi hanno infatti trovato delle mummie che si suppone appartenessero ad ufficiali di alto grado, alcune delle quali ancora all’interno dei loro sarcofagi in pietra ornata e in ottimo stato di conservazione, secondo quanto riporta Live Science.
Il sito include la mummia di Ta-de-Isa, figlia di un alto sacerdote, riporta ancora “Live Science”. Il ritrovamento include inoltre vasi canopi in alabastro senza copertura - usati per conservare organi importanti dal punto di vista spirituale durante la mummificazione - e migliaia di amuleti.
Ritrovare una copia del “Libro dei morti” è abbastanza comune. Ma la grande rarità del rotolo scoperto a Tuna al-Gebel consiste nel fatto che si trovasse ancora nella tomba in cui era stato sepolto, ha scritto in un’e-mail a “Live Science” Foy Scalf, egittologo dell’Università di Chicago.
Scalf ha notato, tuttavia, che non sono molte le informazioni diffuse circa il rotolo, ed è difficile sapere quanto sia realmente importante senza ulteriori e minuziosi esami. Lara Weiss, esperta de “Il libro dei morti” e Amministratore Delegato del Museo Roemer a Pelizaeus, in Germania, ha riferito a “Live Science” che “se è così lungo e ben conservato, si tratta certamente di una grande ed interessante scoperta”.
Gli antichi pensavano al viaggio nell’aldilà come un cammino difficoltoso, e tali istruzioni, nell’accompagnare il defunto all’interno della tomba, volevano essere di aiuto allo spirito affinché vi trovasse la propria strada, come ha scritto in un blog nel 2010 John Taylor, curatore per il British Museum della sezione riservata ad Antico Egitto e Sudan. Queste istruzioni e formule magiche erano costose per chi desiderava scrivere il proprio nome all’interno del rotolo ed elaborarle egli stesso. A volte le istruzioni e le formule erano riprese da un modello, in modo da poter aggiungere il nome del defunto (che non aveva avuto i soldi sufficienti per personalizzare il rotolo quando era in vita) in uno spazio bianco. Ma i più ricchi avevano appunto la possibilità di scegliere quali formule includere, rendendo in tal modo unici questi rotoli.