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Quali e quante sono state le capitali d’Italia?

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Quali e quante sono state le capitali d’Italia?
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Roma non è affatto stata l'unica capitale della nostra nazione: altre quattro città poterono fregiarsi di questo titolo

Tutti noi siamo abituati a pensare a Roma come alla "naturale" capitale d'Italia. Dopotutto la Città Eterna è da sempre stato al centro delle vicende della nostra penisola: prima con l'Impero Romano, quando l'Urbe era davvero l'ombelico del mondo civilizzato, poi con lo Stato della Chiesa, che per secoli e secoli (fatta eccezione per il periodo Avignonese) rese Roma il cuore pulsante della cristianità. Eppure la città dei Cesari e dei Papi è stata solo una delle cinque capitali d'Italia che si sono susseguite nella storia!

Capitali risorgimentali

La prima capitale d'Italia fu Torino. Quando nel 1861 venne proclamata l'Unità d'Italia infatti, Roma non era compresa nemmeno all'interno dei confini nazionali.

La Seconda Guerra d'Indipendenza e la Spedizione dei Mille guidata da Garibaldi avevano consegnato al regno di Sardegna di Vittorio Emanuele II la Lombardia, parte del Centro Italia e tutto il Mezzogiorno, sottratto all'ormai ex-Regno delle Due Sicilie. Rimaneva fuori il Veneto, ancora in mano agli austriaci e, appunto, lo Stato Pontificio, retto dall'intransigente Papa Pio IX, che non aveva alcuna intenzione di lasciare Roma al neonato regno italiano.

Dunque si scelse di eleggere provvisoriamente Torino, già capitale del regno di Sardegna, come temporaneo centro amministrativo del nuovo Stato.

A dare manforte al Papa però c'era un potentissimo alleato, l'imperatore francese Napoleone III (nipote di Napoleone Bonaparte), il quale, proprio per assicurarsi che il Regno d'Italia non avesse alcuna pretesa di mettere le mani su Roma, il 15 settembre 1864 fece stipulare un accordo con gli italiani (la cosiddetta Convenzione di settembre) con cui la capitale definitiva veniva spostata da Torino a Firenze.

Firenze doveva dunque rimanere la capitale del giovanissimo regno italiano e proprio per questo cominciarono subito dei massicci lavori pubblici per adattare l'ancor piccola città toscana al suo nuovo ruolo: gran parte delle vecchie mura trecentesche vennero abbattute per far spazio a viali ed edifici amministrativi, mentre i maestosi palazzi rinascimentali divennero le sedi di Ministeri e uffici statali.

Firenze capitale però durò ben poco. Contrariamente a quanto promesso a Napoleone III infatti, l'Italia aveva eccome il desiderio di prendere Roma e alla fine ci riuscì nel 1870, con il famoso episodio della breccia di Porta Pia. Dal 1871 quindi Roma divenne la terza capitale d'Italia!

Le due capitali "di guerra"

Dal 1871 dunque Roma è sempre stata la riconosciuta capitale d'Italia, sia durante il periodo monarchico, conclusosi nel 1946, che dopo la proclamazione della Repubblica. ma ci furono due brevi eccezioni.

Durante l'atroce parentesi della Seconda Guerra Mondiale infatti, l'Italia si trovò spaccata a metà. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 infatti, il Centro-Nord rimaneva sotto il controllo dei nazifascisti, mentre il Sud era già stato liberato dalle Forze Alleate, che con fatica cercavano di risalire lo Stivale. Il re Vittorio Emanuele III e il governo fuggirono dunque a Brindisi, in Puglia, che divenne la quarta capitale fino al febbraio 1944, quando toccò a Salerno fregiarsi, seppur per poco tempo, di questo titolo.

Finalmente, quando tra il 4 e il 5 giugno 1944 le truppe americane entrarono a Roma, la Città Eterna poté riappropriarsi del suo storico titolo.