Fino a pochi giorni si pensava che la culla dell'intera umanità fosse stata l'Etiopia, nell'Africa Orientale, visto che proprio lì sono stati rinvenuti i resti fossili più antichi di Homo Sapiens, il primo "prototipo" di uomo moderno con postura eretta. Da lì poi i primi uomini si sarebbero spostati e diffusi nel resto del mondo.
Eppure questa ferma convinzione sta vacillando a causa di un recente ritrovamento avvenuto in Marocco, che potrebbe riscrivere tutti i testi di storia.
Nel sito archeologico di Jebel Irhoud, infatti, un gruppo internazionale di paleontologi ha riportato alla luce ossa, pezzi di cranio e mandibole appartenenti a cinque diversi esemplari di ominidi del tutto riconducibili alla categoria di Homo Sapiens.
Attorno ai fossili inoltre, gli studiosi hanno scovato anche selci lavorate e resti di animali, permettendo così una ricostruzione generale della dieta tipo di questi antichissimi umani: gazzelle, gnu, ma anche struzzi e zebre.
Tutti i ritrovamenti sono stati datati intorno ai 300-350.000 anni fa, il che frantumerebbe il record dei fossili etiopi, vecchi "solo" di 195.000 anni.
Il dibattito è molto acceso.
Se infatti la mandibola rinvenuta è «la più bella mandibola di sapiens mai rinvenuta», come ha dichiarato il Dott. Hublin, direttore responsabile di uno dei due studi pubblicati sulla rivista Nature, vi sono tuttavia degli elementi che non convincono la comunità scientifica.
La forma del cranio, ad esempio, è ancora troppo simile a quella degli ominidi primitivi, allungata e poco tondeggiante, elemento che porta a pensare che forse il cervello di questi esemplari non si era ancora evoluto a dovere.
Per sapere se la data della comparsa dell'Homo Sapiens dovrà essere spostata, dovremo aspettare ulteriori analisi.