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L’australopiteco è il primo ad adottare una postura eretta, in modo da poter camminare su due gambe; la scoperta delle impronte di Laetoli, in Tanzania, è una delle prove più importanti della bipedia di questi nostri antenati . Una grande parte della loro vita, però, si svolge ancora sugli alberi, dove si spostano con agilità da un ramo all’altro. Le loro braccia sono lunghe, come quelle di una scimmia, e il loro cervello è ancora piuttosto piccolo; si nutrono di frutti, foglie e grani e devono stare molto attenti agli animali feroci che popolano la savana, dei quali a volte cadono vittime.

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A partire da 400.000 anni fa, si fa spazio sul cespuglio dell’evoluzione umana anche l'Uomo di Neanderthal; la sua struttura fisica robusta lo protegge dal clima rigido dell'ultima glaciazione, mentre il suo comportamento si fa più complesso: seppellisce i defunti e si abbellisce con diversi ornamenti.

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Intorno a 200.000 anni fa, infine, entra in scena Homo sapiens: a partire dall'Africa, finisce per abitare, nel corso del tempo, l'intero pianeta. Oggi sappiamo che Homo sapiens incontrò l’Uomo di Neanderthal: nel nostro DNA, infatti, si trova dall’1% al 4% di DNA neandertaliano! Ma la nostra specie ha convissuto anche con altri generi di umanità: per esempio, con Homo floresiensis, un bizzarro abitante dell’isola indonesiana di Flores, alto poco più di un metro ma esperto cacciatore di topi giganti!

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Con l'uomo moderno nasce anche l’arte, dalle grandi pitture rupestri ai piccoli oggetti scolpiti, trovati anche in Italia. Nel corso del tempo, tutte le altre specie umane finiscono per estinguersi e la nostra rimane l’unica esistente sull’intero pianeta: non sappiamo ancora come e perché questo sia accaduto, ma sappiamo che ha portato gli antichi sapiens a spostarsi e a colonizzare tutte le zone della Terra, anche le più lontane. Questo ci ha permesso di diventare diversi gli uni dagli altri, di inventare migliaia di lingue e di creare infinite e differenti culture, che colorano e arricchiscono tutta la gamma dei tanti modi di “essere umani”.

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Intorno a 200.000 anni fa, infine, entra in scena Homo sapiens: a partire dall'Africa, finisce per abitare, nel corso del tempo, l'intero pianeta. Oggi sappiamo che Homo sapiens incontrò l’Uomo di Neanderthal: nel nostro DNA, infatti, si trova dall’1% al 4% di DNA neandertaliano! Ma la nostra specie ha convissuto anche con altri generi di umanità: per esempio, con Homo floresiensis, un bizzarro abitante dell’isola indonesiana di Flores, alto poco più di un metro ma esperto cacciatore di topi giganti!

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A partire da 400.000 anni fa, si fa spazio sul cespuglio dell’evoluzione umana anche l'Uomo di Neanderthal; la sua struttura fisica robusta lo protegge dal clima rigido dell'ultima glaciazione, mentre il suo comportamento si fa più complesso: seppellisce i defunti e si abbellisce con diversi ornamenti (foto BO5B0352/BO5B0315/BO5B0317/BO5B0079)

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Intorno a 2,4 milioni di anni fa, sempre in Africa, compaiono i primi rappresentanti del genere Homo: si tratta di Homo habilis, che ha un cervello più grande, ma un corpo ancora simile a quello degli australopitechi; di poco precedenti sono i primi strumenti in pietra, fabbricati da questi nuovi individui, che hanno una migliore abilità tecnica e un’intelligenza più sviluppata. Con Homo ergaster e Homo erectus il cervello si accresce ancora di più e le gambe si fanno sempre più lunghe; Homo ergaster, infatti, è un grande camminatore, il primo ad avventurarsi fuori dall'Africa, alla volta dell'Europa e dell'Asia.