Le Grotte di Lascaux, in Francia, sono Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco. Al loro interno sono conservate disegni, o meglio, opere d'arte parietale vecchie di 17.000 anni. Alcune scene dipinte sulle pareti delle grotte più di 15.000 mila anni fa sembrano raccontare storie di caccia. Secondo una nuova teoria, invece, alcune delle pitture rupestri della celebre grotta francese rappresenterebbero le costellazioni celesti come le vedevano i nostri antenati...
LA STORIA ELLA SCOPERTA DELLE GROTTE
Era un giorno di settembre del 1940 e, mentre camminava nel comune di Montignac, nella Dordogna, Marcel Ravidat vide una cavità. Senza saperlo, aveva appena scoperto uno dei tesori più preziosi della preistoria . Un tesoro di 17.000 anni. Quattro giorni dopo, Marcel Ravidat torna sul posto con alcuni amici: entrano nella grotta e scoprono i primi dipinti e vedono raffigurati sulle pareti della caverna cavalli, tori, cervi.. Questa scoperta fin da subito ha attirato l'attenzione degli scienziati che, attraverso lo studio dei dipinti, incisioni e alcuni oggetti scoperti, sono riusciti a datare i dipinti. Sarebbero stati fatti circa 17.000 anni fa.
UN PATRIMONIO MINACCIATO
Otto anni dopo la sua scoperta, la grotta è stata aperta al pubblico. Ma il respiro dei visitatori alterava la superficie delle pareti e, nel 1955, iniziarono a comparire i primi segni di deterioramento. Nel 1963, la grotta di Lascaux è stata chiusa, così fu deciso di costruire una replica a pochi metri di distanza per permettere al pubblico di scoprire questo patrimonio storico e preservando la grotta originale.
LA REPLICA DELLE GROTTE
Lascaux II, la replica della grotta, ha aperto le sue porte nel 1983, ma nonostante migliaia di turisti visitassero la sua copia, la grotta originale di Lascaux si sta comunque deteriorando. Purtroppo le muffe formano macchie nere sulle pareti minacciando le pitture rupestri e, la causa secondo gli scienziati, sarebbe il fatto che Lascaux II è situata troppo vicino alla grotta originale.
ANTENATI ASTRONOMI?
Nel 2018 i ricercatori delle università di Edimburgo e Kent che hanno confrontato le opere zoomorfe (raffigurazioni che hanno un aspetto animale) rinvenute nei siti neolitici di tutto il mondo, da Göbekli Tepe e Çatalhöyük in Turchia fino appunto alle grotte nei pressi di Lascaux, nel sud-ovest della Francia. Nei numerosi uri (razza selvatica estinta di bovini della specie Bos taurus), cavalli e cervi della Sala dei tori di Lascaux, gli studiosi hanno riconosciuto le costellazioni zodiacali e sulle pareti della grotta sono individuabili le stelle che formano le costellazioni del Capricorno, del Toro e dello Scorpione.
«La prima arte rupestre mostra che le persone avevano una conoscenza avanzata del cielo notturno nell'ultima era glaciale», ha affermato uno degli autori dello studio, l'ingegnere chimico Martin Sweatman, dell'Università di Edimburgo.