Un guerriero giapponese si è guadagnato il suo posto tra i beati riconosciuti della Chiesa Cattolica: il suo nome è Takayama Ukon (ribattezzato Justo) ed è il primo samurai nella Storia a diventare Beato!
Dalla katana alla Croce
La storia di Takayama è famosa e riecheggia nei secoli come mirabile esempio di devozione e fedeltà ai principi del Cristianesimo.
Takayama Ukon nacque nel 1552 (XVI secolo), proprio negli anni in cui il missionario gesuita Francesco Saverio era sbarcato nel misterioso arcipelago del Cipango (così era conosciuto in europa il Giappone) per diffondere le parole del Vangelo.
Ad appena 12 anni, il giovane Ukon venne a contatto con i predicatori europei e decise di convertirsi e ribattezzarsi assumendo il nome di Justo.
Ukon-Justo proveniva da una ricca famiglia di daimy?, i signori feudali che controllavano le terre giapponesi, e quindi il suo destino era quello di imbracciare le armi (diritto permesso solo ai nobili) e divenire un samurai.
Quando però Justo e suo padre abbracciarono la nuova fede, i Takayama iniziarono a dedicarsi anima e corpo alla conversione delle zone circostanti, sfruttando il loro grande potere per proteggere i missionari e i cristiani sparsi sul territorio.
Nel 1587 però, il potente reggente militare? Toyotomi Hideyoshi, inasprì la lotta contro gli stranieri e iniziò una serrata persecuzione nei confronti dei cristiani.
I missionari vennero espulsi dal Paese e a tutti cattolici giapponesi fu intimato di abbandonare il proprio credo.
Poiché Hideyoshi rappresentava una delle più alte autorità militari e politiche dell'epoca, molti daym? obbedirono e rinunciarono a professarsi cristiani, ma non i Takayama.
Ovviamente questa trasgressione gettò in disgrazia Ukon-Justo, perché un samurai che non obbediva al suo signore perdeva ogni suo privilegio e onore, ma ciò non gli impedì di continuare a seguire la sua fede. Nemmeno le continue suppliche di amici e parenti lo fecero desistere.
Con il passare del tempo le persecuzioni si fecero ancora più dure, fino al momento in cui nel 1614 il Cristianesimo venne definitivamente bandito e Takayama fu costretto all'esilio insieme a 300 suoi seguaci.
Fuggito nelle Filippine, il samurai cristiano morì agli inizi di febbraio dell'anno successivo causa degli stenti e delle malattie.
La beatificazione
La storia di Justo Takayama Ukon fu presa dalla Chiesa Cattolica Romana come chiaro esempio di Fede e amore verso Cristo, tanto da avviare un lungo processo di beatificazione per riconoscerlo come Beato della Cristianità.
La Chiesa prevede un accurato percorso per riconoscere ad un defunto l'importante status di "Beato". Oltre alla condotta esemplare infatti, una persona, per essere dichiarata santa, deve aver compiuto azioni ritenute "miracolose" o essere morto a causa del suo essere cristiano, diventando così martire.
Nel caso specifico di Takayama, dove l'attaccamento ai principi cristiani è evidentemente comprovato, lo scoglio era capire se le cause della sua morte potevano essere considerate "martirio".
La fine della vicenda è giunta il 7 febbraio 2017 quando Papa Francesco, riconoscendo che la povertà e gli stenti causati dall'esilio furono una causa di morte tale da esser definita "martirio", ha dato mandato al vescovo Angelo Amato di recarsi in Giappone e proclamare Justo Takayama Ukon beato!
Curiosità: la cerimonia di beatificazione è avvenuta a Osaka, nel palazzo costruito proprio da quel Toyotomi Hydeoshi che aveva avviato la persecuzione dei cristiani!
FONTE: Avvenire, Sole24Ore