La domanda che a tutti voi sorgerà spontanea è la seguente: com'è possibile che esistano statue gigantesche su un'isola completamente sperduta nell'Oceano, a quasi 4.000 chilometri dal primo lembo di terra abitata?
Vi sembrerà incredibile, ragazzi, ma queste statue esistono davvero e su un'isola sperduta: l'Isola di Pasqua, o Rapa Nui nella lingua del luogo.
I MOAI
Le statue si chiamano moai, e sono fatte di tufo. Le più basse sono alte due metri e mezzo, ma ce ne sono anche di 10 metri. Ce n'è poi una, mai completata, che è alta addirittura 21 metri. Le più grosse pesano fino a 85 tonnellate! E nell'Isola di Pasqua, di moai, ce ne sono mille!
Ma chi e come riusciva a trasportare dei colossi simili? Quanto tempo ci metteva? E soprattutto, qual è il significato di queste statue? Chi le ha scolpite e come venivano trasportate?
A scolpire queste gigantesche statue furono gli abitanti stessi dell'isola. Dove? All'interno delle cave. Le scolpivano a faccia in su, poi le staccavano e le trasportavano fino alla costa, dove ad aspettarli c'erano molti uomini pronti a rifinirle. Il viaggio era una vera e propria odissea: ci mettevano perfino un anno!
MA COME LE TRASPORTAVANO?
C'erano decine di uomini che utilizzavano corde e pali, slitte e rulli di legno per farle scivolare, rigorosamente in piedi e non sdraiate (altrimenti, poi, chi le ritirava su?). Così tanto legno, ricavato dalle molte antiche palme del luogo, che per trasportarli l'isola ha subìto, con la complicità dei topi e delle malattie portate dagli europei, una vera e propria deforestazione.
Le orbite degli occhi dei moai oggi sono vuote, ma tanto tempo fa le loro pupille erano di ossidiana e di corallo bianco.
Di moai così ce n'è rimasto soltanto uno sull'isola
Quasi tutti i circa mille moai dell'Isola di Pasqua sono stati ricavati da un tufo basaltico del cratere del vulcano Rano Raraku, nel quale sono state scoperte circa 400 statue incomplete. I corpi dei moai sono sepolti sotto terra. I copricapo delle statue, che sembrano delle specie di cilindri, sono invece stati ricavati da un tufo proveniente dal piccolo cratere di Puna Pau, distante circa 10 chilometri da Rano Raraku.
È proprio nel cratere di Rano Raraku che è stata scoperta la statua incompleta alta 21 metri. Tanti moai si trovano ribaltati, ed è possibile che ciò si debba in parte all'opera dei molti terremoti avvenuti sull'isola e in parte alla guerra intestina tra le tribù dell'isola, i “Lunghi orecchi” e i “Corti orecchi”.
I primi ordinarono ai secondi – ciò sta a metà tra leggenda e storia vera – di gettare i moai in mare, ma questi ultimi si opposero perché per loro i moai portavano fortuna. A quanto si narra, i Lunghi orecchi uccisero e mangiarono i Corti orecchi, diventando padroni dell'isola e ribaltando i moai.
CHE COSA SIGNIFICANO I MOAI?
I moai sono stati scolpiti probabilmente a partire dall'anno 1000 e fino al 1500 circa. La scultura di ogni statua ha richiesto anni di lavoro e la sua lavorazione è stata certamente costosa, soprattutto per il difficilissimo trasporto. Il loro significato è di augurio: porterebbero benessere e prosperità a coloro che guardano.
Nell'isola sono infatti tutti rivolti verso l'interno in modo da proteggere la terra e i suoi abitanti. Inoltre, i moai rappresenterebbero defunti antenati, importanti personaggi della comunità e dèi. Ai piedi dei moai sono state trovate delle tavolette di legno scritte in rongorongo, lingua che nessuno è ancora riuscito a decifrare.
UN'ISOLA TUTTA "NUOVA"
L'Isola di Pasqua è stata scoperta dagli europei solamente nel 1722, nel giorno di Pasqua: da ciò ha preso tale nome. Molti i misteri di quest'isola. Alcuni li abbiamo descritti. Ma ce n'è un altro davvero incredibile e unico al mondo: l'isola fu popolata nell'anno 400 circa, probabilmente dai polinesiani (alcuni parlano di sudamericani: le isole polinesiane distano circa 2.000 km da Rapa Nui, mentre la terra più vicina è il Cile a circa 3.700 km, nazione alla quale l'isola appartiene da circa 150 anni).
Fino alla scoperta del 1722, ossia per oltre 1300 anni, gli abitanti dell'isola sono stati i più isolati al mondo. Come hanno fatto a sopravvivere per così tante generazioni in una simile condizione?
FONTI: Focus, Centromedioitaliano.it, La Stampa, Appuntidiviaggi (tesina molto interessante sull'Isola di Pasqua), Storiologia,