Ci sono invenzioni di cui non conosciamo l'artefice. Qualcuno, direte voi, dovrà comunque avere inventato una cosa. Sì, avete ragione. Anche se a volte accade che più persone, allo stesso tempo, inventino la stessa cosa. Poi il più scaltro la brevetta ed è colui di cui leggerete nome e cognome sui libri di storia. Ci sono poi invenzioni che restano per sempre anonime. È il caso degli occhiali. Un oggetto che oggi usiamo quotidianamente. C'è chi li indossa per riposare gli occhi, chi per vedere meglio da vicino o da lontano, chi per altri difetti della vista, chi per proteggersi dalla luce del sole. Ormai gli occhiali non hanno età né sesso: li indossano bambini, anziani, maschi e femmine. Io a volte li indosso perché sono miope e da lontano non vedo un tubo. Ma chi li ha inventati? Da quanto tempo esistono? Come i detective, andiamo alla ricerca del loro inventore. E per scoprirlo diamo la parola al nostro inviato nel tempo Crono Logico, che si trova nel 1300 a Venezia. Più precisamente, a Murano.
Dal nostro inviato nel tempo Crono Logico
Murano. Piccola e splendida isola a due bracciate da Venezia. Qui sono famosi per saper lavorare il vetro. Forme stupende e incredibili persino da pensare. Col ferro, il fuoco e il soffio creano di tutto. E mentre siamo qui, un anziano mastro vetraio ha in mano qualcosa che conosciamo bene. Sta fissando due lenti su uno strano supporto d'acciaio. Sono occhiali. Gli chiediamo come si chiama e se quella sia una sua invenzione. Ci risponde burbero che non vuole parlare. Allora andiamo dai suoi colleghi di lavoro. Niente. Ci dicono che vogliono essere lasciati in pace. D'altra parte io sono un cronista, un giornalista, e i giornalisti in questo loro tempo non esistono. Chissà chi pensano che io sia... Chiedo ai passanti se lo conoscono. Li porto con me per mostrarglielo e mi dicono di non sapere come si chiama. L'inventore degli occhiali da vista non ha nome. E forse non lo sapremo mai.
Sì, l'inventore degli occhiali è quell'anonimo mastro vetraio di Murano che ha visto il nostro inviato. E che oltre a saper lavorare il vetro aveva probabilmente letto gli studi sulle lenti e sull'ottica fatti in precedenza. Due secoli prima gli arabi avevano studiato quest'argomento, e il filosofo e scienziato inglese Roger Bacon scrisse cose importantissime sulle lenti nel 1262. Ma c'è qualcuno che ha reclamato la paternità dell'invenzione degli occhiali. È un frate domenicano del monastero di Santa Caterina di Pisa, di nome Alessandro Della Spina, che li avrebbe inventati nel 1280. In quegli stessi anni, i fiorentini attribuirono l'invenzione al loro concittadino Salvino Degli Armati. Ma ci richiede la parola il nostro inviato nel tempo.
A quanto mi dicono, alcuni mastri vetrai sono sotto indagine per aver spacciato per lenti da vista dei semplici vetri. Hanno anche fatto leggi apposta per punire i truffatori. Si tratta di un andazzo che va avanti da almeno trent'anni. Siccome siamo esattamente nel 1300, ciò significa che l'invenzione degli occhiali è precedente al 1280, l'anno in cui qualcuno dice che il frate Alessandro Della Spina li abbia inventati. No. Non li ha inventati lui. Li ha inventati proprio quell'anziano mastro vetraio che non ha voluto dirci il suo nome. Confermo.
Grazie al nostro inviato Crono Logico. Quindi, probabilmente, il mastro vetraio di Murano li ha inventati. Lì hanno imparato a farli anche altri e, alcuni, hanno iniziato a truffare la gente spacciando vetri normali per lenti da vista. Forse il nome non l'ha voluto dire anche per questo. A Venezia gli occhiali venivano chiamati “roidi da ogli” o “rodoli de vero per ogli per lezer”. All'inizio erano in acciaio e non avevano stanghette. Si appoggiavano sul naso. Cadevano se non si reggevano con le mani. Con l'invenzione della stampa nel 1456 aumentò la domanda di occhiali da vista, ma solo nel 1730 iniziò la fabbricazione dei primi occhiali con stanghette, inventati e commercializzati dall'ottico inglese Edward Scarlett. Avevano un sostegno in cuoio ed erano detti occhiali a forbice (o “a fassamano”). In seguito giunsero le “lorgnette”, ossia occhiali ripiegabili su se stessi, e gli occhiali “a pinza”, “da tempia” e “da parrucca”. La diffusione degli occhiali dal '500 e '600 in poi ha recato molti benefici specie a chi doveva usare gli occhi per lavorare. Ma fino al 1500 le lenti erano solo per presbiti, non per miopi. I miopi dovettero attendere l'invenzione delle lenti correttive all'incirca nel 1550. Nel corso del 1800 si diffuse il “prince-nez”: due lenti ovali unite con un ponte di acciaio che “stringeva” il naso. Una vera e propria moda diffusa tra nobili e aristocratici. Negli stessi anni si iniziarono a studiare i difetti visivi e a prescrivere lenti adatte al difetto della vista. Nacquero i primi oculisti. La prima industria di occhiali nacque nel 1878 in Italia a Calalzo di Cadore, e fu fondata da Angelo Frescura. Da quel momento ad oggi, gli occhiali sono entrati nella vita quotidiana di tutti.
Anticamente il popolo degli Inuit utilizzava una specie di occhiale da sole di legno e ossa con una fessura in mezzo per proteggersi dai riflessi della neve. L'imperatore romano Nerone usava un monocolo di smeraldo per vedere i gladiatori proteggendo gli occhi dal sole. In Cina si utilizzavano poco dopo l'anno 1000 i vetri di quarzo fumé. Ma dobbiamo tornare proprio lì, a Murano, per vedere la nascita dei primi occhiali da sole. I mastri vetrai li crearono nel '700 e li chiamarono “occhiali da gondola”. Avevano le lenti verdi. I primi veri occhiali da sole, tuttavia, sono un'invenzione recente. Un secolo fa, nel 1917, il torinese Giuseppe Ratti realizzò esemplari destinati a piloti e aviatori. Dodici anni dopo di lui, nel 1929, l'americano Sam Foster fondò la prima azienda al mondo di occhiali da sole. Ma è dal 1950 circa, grazie a Ray Ban, Polaroid, Carrera, Persol e altre aziende, che gli occhiali da sole si sono diffusi in tutto il mondo.