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Nuraghi: cosa sono e qual è la loro storia

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Nuraghi: cosa sono e qual è la loro storia
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Cos'erano i Nuraghi? Chi li ha costruiti? E a cosa servivano? Scopriamo tutto quello che c'è da sapere su questi tesori della Sardegna antica

3500 anni fa, in Italia, sono state costruite circa 10 mila torri di pietra. Delle mega torri che, in alcuni, casi erano alte addirittura 30 metri. Preparati per un viaggio indietro nel tempo, alla scoperta dei nuraghi (o nuraghe): le “piramidi” della Sardegna.

Torri megalitiche

«In effetti i nuraghi da trenta metri sono le costruzioni più alte del pianeta dopo le piramidi egizie. Sono il simbolo della straordinaria capacità architettonica della civiltà sarda dell’epoca» dice Paolo Alberto, accogliendoci a Cagliari al museo Nuragica, che ci porta nella preistoria sarda: mille anni prima della fondazione di Roma.

È in quest’epoca, tra il 1700 e il 1800 a.C., che in Sardegna vengono costruiti questi edifici di pietra - "nuraghi" da nur, "mucchio di pietre ma anche cavità" - con mura larghe anche 4 metri! Alcuni erano a due o più piani, con camere circolari sovrapposte. Ed erano delle vere fortificazioni, con una torre centrale e altre intorno, circondate da cinta murarie: un po’ come i castelli medievali, pur essendo più antichi di quasi 3000 anni!

A cosa servivano i nuraghi?

I nuraghi venivano costruiti lungo il litorale dell'isola, in prossimità di approdi e foci di fiumi e torrenti: le vie naturali verso l'interno del paese. Ma anche sulla cima dei colli, a difesa dei pascoli. Insomma, in posizioni strategiche per il controllo del territorio. Erano infatti come delle “fattorie fortificate” che, oltre a sorvegliare il territorio, servivano come depositi per accatastare le risorse alimentari: cereali in particolare.

Ancora oggi in Sardegna puoi ammirarne alcuni, come il nuraghe Nuraxi di Barumini, Patrimonio dell’Umanità riconosciuto e tutelato dall'Unesco.

Nuraghi
Il complesso nuragico Nuraxi di Barumini.
Credits: Getty Images

Come erano fatti i nuraghi?

Oltre alle imponenti torri di pietra, vi era tutto un mondo che sorgeva intorno a queste costruzioni. Attorno ai nuraghi sorgevano infatti i villaggi di capanne circolari, in pietra, e tetto di legno, col pavimento e le pareti isolate con argilla e sughero.

Una capanna speciale era la "capanna delle assemblee"dove si svolgevano le riunioni degli anziani. Era un grande edificio circolare al cui interno ci si sedeva su un sedile che correva lungo tutto il perimetro: lì venivano prese le decisioni per la comunità

Alcuni villaggi erano anche dotati di palestre (gymnàsia) dove i più giovani sfoggiavano le loro doti atletiche in prove di corsa, pugilato, lotta e lanci di attrezzi vari.

Abili architetti, ma non solo

Oltre alla selce e l’ossidiana - pietre con cui venivano realizzati utensili per tagliare, incidere, le punte delle frecce… - la popolazione sarda dell’epoca lavorava con maestria i metalli (piombo, rame…) con cui produceva spade, pugnali, asce, anelli, bracciali, pettini, rasoi, martelli, punte di trapano e i cosiddetti “bronzetti”: piccole sculture che raffiguravano guerrieri, sacerdotesse, pastori e animali (buoi, capre, cervi…).

Il piombo veniva usato anche per restaurare gli oggetti in ceramica, come facevano i ceramisti giapponesi con l’oro, però alla fine del 1400. E con la ceramica i sardi preistorici producevano le anfore, usate per commerciare il vino da Cadice a Cartagine. Lungo le rotte del Mediterraneo commerciavano anche i metalli: in lingotti.

Insomma, erano abili artigiani, marinai e navigatori. E chi non viaggiava si dedicava all’agricoltura: grano, avena, orzo, legumi, uva, fichi, ciliegie erano alla base dei menu nuragici, insieme ai prodotti dell’allevamento, della caccia e della pesca.

Perché i bronzetti sono importanti per lo studio di questo popolo?

Oltre al grande valore artistico, queste statue di bronzo hanno aiutato gli studiosi a ricostruire caratteristiche e figure presenti nella società dell'epoca.

Le raffigurazioni infatti ci hanno rivelato non solo il "look nuragico" (tuniche corte o lunghe, semplici o con balze, veli, stole e mantelli decorati), ma anche il ruolo di chi indossava certi abiti. Chi aveva il mantello, ad esempio, era il capo villaggio, mentre la sacerdotessa indossava un grande mantello e il cappello a punta.

Bronzetti dei Nuraghi

Chi sono i Giganti di Mont'e Prama?

Arcieri, guerrieri, pugilatori. Sono antiche statue in pietra scoperte casualmente da un contadino nel 1974 nelle campagne di Cabras (Oristano). Sono maestose: la loro altezza varia tra i due e i due metri e mezzo. Del resto, se no, non li chiameremmo giganti. Alcune hanno armi: corazza, scudo, spada o arco. Altre hanno il guantone. Un tempo erano allineate sulle pendici della collina dove sorgeva la necropoli nuragica. Oggi le puoi ammirare al Museo archeologico nazionale di Cagliari e al Museo civico Giovanni Marongiu di Cabras.

Giganti di Mont'e Prama
I giganti di Mont'e Prama.
Credits: Getty Images

Il museo Nuragica

A Cagliari c’è una “macchina del tempo”. Si chiama Nuragica. Da Palazzo Chapelle, in via Roma 191, si può partire per una passeggiata dentro la storia e immergersi nella civiltà sarda di 3500 anni fa. Tra utensili, statue, capanne, puoi davvero farti un’idea di come vivevano gli antichi sardi e grazie all’esperienza in Realtà Virtuale Immersiva si verrà catapultati in un villaggio nuragico. Pronti ad allacciarvi le cinture?