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Mitologia classica: Teseo e il Minotauro

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Mitologia classica: Teseo e il Minotauro
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Perché il Mar Egeo si chiama così? E perché si dice "piantare in asso"? Tutto ebbe origine nel mito di Teseo e il Minotauro (che aveva anche un nome): scopriamolo insieme!

  • Teseo e il Minotauro
  • Chi era Teseo?
  • Chi era il Minotauro?
  • Lo scontro tra Teseo e il Minotauro
  • Perché si dice "piantare in asso"? Per colpa di Teseo!

Teseo e il minotauro

protagonista di numerose imprese che entrarono di diritto nella cultura condivisa della tradizione classica, Teseo è uno degli eroi più celebri della mitologia greca. Grazie alla sua forza prodigiosa e una certa dose di astuzia infatti, questo avventuriero valoroso sconfisse terribili briganti, domò animali leggendari e uccise mostri orrendi, anche se l'impresa più famosa rimane il leggendario scontro con il minotauro, una creatura metà uomo e metà toro che divorava i sacrifici umani inviati nel suo labirinto.

Chi era Teseo?

Teseo era il figlio di Egeo, re di Atene (che però non era ancora la grande città che primeggiò nell'antichità), ed Etra. Secondo il mito però, anche il dio del mare Poseidone messe lo zampino nel concepimento del bimbo, che infatti crebbe con doti semi-divine.

Al momento della nascita però, lo stesso Egeo decise che il figlio non avrebbe ereditato il suo regno per diritto di sangue, ma avrebbe dovuto dimostrare il proprio valore. Così il re allontanò moglie e bimbo e consegnò ad Etra un paio di sandali e una spada, dicendole di nasconderli sotto un pesante macigno: quando avrebbe raggiunto la giusta età, Teseo avrebbe saputo di essere il discendente del re di Atene e avrebbe potuto recuperare due oggetti sollevando il grosso masso e dando prova della propria forza.

Teseo quindi crebbe a Trezene - la città materna - ignaro della propria discendenza regale. Una volta diventato uomo, Etra rivelò a Teseo il grande segreto e il giovane s'imbarcò nella missione che anni prima suo padre aveva predisposto. Recuperati sandali e spada infatti, Tesero si diresse così verso Atene e lungo il tragitto irto di pericoli sconfisse i briganti Sini, Procuste, Cercione e Scirone e uccise la scrofa di Crimmione. Tali imprese vennero tradotte dalla tradizione ateniese come esempi del ruolo di "civilizzatrice" che la città di Atene aveva da sempre ricoperto nel corso della sua storia.

Arrivato a destinazione, Teseo potè essere riconosciuto dal padre come principe legittimo.

Chi era il minotauro?

Molto meno gloriosa era invece la tragica storia del minotauro.

Quando l'isola di Creta era una potenza del Mediterraneo, il leggendario re Minosse aveva legittimato il suo potere agli occhi del popolo grazie all'aiuto di Poseidone (sì, l'altro papà di teseo), il quale aveva mandato al sovrano un meraviglioso toro bianco che Minosse avrebbe dovuto sacrificare. Vista la bellezza dell'animale però, il re cretese si guardò bene dall'uccidere il prezioso bovino e lo tenne come fiore all'occhiello della sua mandria.

Per punire il tradimento Poseidone fece innamorare la moglie di Minosse, Pasifae, dello splendido toro che aveva regalato al sovrano. Così la regina, in preda a questa folle passione, chiese aiuto all'ingegnoso Dedalo per farsi costruire una vacca di legno rivestita della pelle della femmina prediletta del bovino e dopo essersi nascosta dentro il marchingegno, si unì al toro bianco.  Il risultato di tale abominio fu la nascita di un con le gambe umane e la parte superiore di toro - il minotauro appunto - che venne chiamato Asterione.

Naturalmente Minosse andò su tutte le furie e ordinò a Dedalo di costruire un intricatissimo labirinto (che infatti è anche chiamato "dedalo") dove rinchiudere il mostro che aveva iniziato a nutrirsi di carne umana.

Nel labirinto: lo scontro tra Teseo e il minotauro

Le storie di Teseo e del minotauro s'intrecciarono poco dopo il ricongiungimento dell'eroe con il padre Egeo. A quel tempo infatti Atene aveva perso una guerra contro Creta e ogni anno (o ogni nove, secondo altre versioni del mito) doveva inviare come tributo sette ragazzi e sette ragazze da dare in pasto al minotauro.

Teseo dunque si offrì come volontario per unirsi al tributo e sconfiggere il mostro e prima di partire si congedò dal padre con una promesse: se fosse sopravvissuto la nave che portava i ragazzi a Creta sarebbe ritornata con delle vele bianche. Qualora invece l'impresa non fosse riuscita, la nave avrebbe sfoggiato vele nere per il lutto.

Giunto a Creta, Teseo e i suoi compagni di viaggio vennero quindi portato al palazzo di Minosse. Qui però il fascino del giovane fece presa su Arianna, una delle figlie del re cretese, la quale s'innamorò di Teseo e decise di aiutarlo a sopravvivere.In segreto, dunque, la principessa regalò all'eroe una spada avvelenata e un gomitolo di lana che, srotolato lungo il percorso, avrebbe permesso all'eroe di ritrovare l'uscita del labirinto. Grazie al prodigioso aiuto di Arianna, Teseo si addentrò quindi nel labirinto e, trovato il minotauro, lo trafisse a morte.

Perché si dice "piantare in asso"? La colpa è di Teseo

La storia però non si conclude del migliore dei modi. Dopo l'impresa infatti Teseo corse alla propria nave insieme ad Arianna, cui aveva promesso eterno amore, per far ritorno a casa. Durante il viaggio però il giovane si pentì della propria promesse e approfittando di uno scalo sull'isola di Nasso, salpò di nascosto abbandonando la ragazza. Nei secoli questo comportamento non proprio da gentiluomo diede origine al modo di dire "piantare in Nasso", che poi divenne il moderno "piantare in asso".

Lo sgarbo però non restò impunito. Arianna infatti, accecata dal dolore, maledisse l'uomo che l'aveva così bassamente tradita, il quale dimenticò la promessa fatta al padre e non cambiò il colore delle vele della nave. Così, quando l'imbarcazione fu nei pressi del porto di Atena, Egeo vide le vele nere e pensando di aver perso l'amato figlio, si uccise gettandosi in mare, che dal quel momento verrà chiamato proprio Mar Egeo.

 

 

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