Il 30 agosto 2022, all'età di 92 anni, si è spento dopo una lunga malattia Mikhail Gorbachev, ex-presidente russo e tra gli uomini più importanti della Storia contemporanea. Ma chi era questo politico che tutti stanno ricordando? Perché le sue azioni hanno influito sul destino del mondo intero? Scopriamo chi era Gorbachev attraverso alcuni semplici punti.
Mikhail Sergeevič Gorbachev (2 marzo 1931 - 30 agosto 2022) è stato l'ultimo presidente dell'Unione Sovietica e Segretario generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica, la superpotenza russa governata dal Partito Comunista che dalla fine della Seconda Guerra Mondiale al 1991 rivaleggiò con gli Stati Uniti per la supremazia del pianeta. Proprio con Gorbachev l'URSS cessò di esistere e divenne l'odierna Federazione Russa.
Per decenni l'Unione Sovietica era rimasta una nazione armata fino ai denti e molto chiusa a chiunque non facesse parte della sua sfera d'influenza. Gorbachev (che noi italiani pronunciamo "Gorbaciof") crebbe proprio all'interno dalla classe dirigente di questo Paese, composta da politici, militari e burocrati ricchi di privilegi che amministravano una popolazione che invece era rimasta povera e priva di mezzi. Laureato in Economia Agraria, cominciò la sua carriera politica nel 1970.
Diventato un pezzo grosso del Partito Comunista, Gorbachev capì che le condizioni della popolazione dovevano migliorare e che la struttura politica dell'URSS non era più sostenibile. Così dal 1985, quando divenne leader della nazione, avviò una serie di riforme sociali ed economiche per modernizzare lo Stato e aprire gradualmente il Paese al resto del mondo. Non tutti i mutamenti voluti da Gorbachev ottennero gli esiti sperati, ma il suo operato portò alla fine della Guerra Fredda e ad un veloce tracollo del Comunismo di Stato, fino al crollo definitivo del 1991.
I cambiamenti più importanti voluti da Gorbachev passarono alla storia come la Perestrojka ("ricostruzione"), una serie di riforme che mutarono l'impostazione politica ed economica dell'Unione Sovietica, aprendo un dialogo con le nazioni occidentali e, soprattutto, con gli Stati Uniti. Con la Perestrojka si allentò anche il controllo autoritario dello Stato e piano piano vennero concesse sempre più libertà, come quella di stampa e di culto.
Per la politica internazionale però, la decisione più importante fu però un netto taglio agli armamenti. Una novità assoluta per un Paese che spendeva quasi tutto il suo PIL nell'esercito e che in passato aveva risolto crisi politiche nelle nazioni vicine inviando i carri armati (come in Ungheria nel 1956 o a Praga nel 1968)
Per tutta la seconda metà degli anni '80 Gorbachev tenne una fitta rete di nuovi rapporti diplomatici con le potenze occidentali che fino a poco prima erano piuttosto ostili al "mostro" sovietico. Questa apertura al mondo da un lato rilassò i rapporti internazionali dell'URSS, terminando la fase storica della celebre Guerra Fredda, ma dall'altro contribuì ad un tracollo del suo peso politico.
Senza più l'esercito russo a fare da spauracchio infatti, si allentò bruscamente il controllo sui Paesi dell'Est che per decenni avevano fatto parte della cosiddetta "cortina di ferro", i quali decisero rapidamente di smarcarsi dalla potenza che per quasi 50 anni li aveva tenuti sotto scacco. L'esito più clamoroso di questo nuovo corso fu il crollo del muro di Berlino che permise ai tedeschi della Germania Est di ricongiungersi con i fratelli dell'Ovest riformando un unico Stato.
Al termine del ciclo di riforme, il 15 marzo 1990 Gorbachev venne eletto dal Congresso presidente dell'Unione Sovietica, ma nelle alte sfere non tutti erano favorevole alle novità imposte dal nuovo leader, anche perché la storica struttura dello stato sovietico, storicamente autoritaria e inflessibile, non era pronta ad un simile cambiamento e il Paese era entrato in crisi.
Nel 1991 venne sventato anche un colpo di stato e il 25 dicembre 1991 Gorbaciov decise di rassegnare le sue dimissioni da Capo dello Stato in diretta televisiva. Quella sera la bandiera con la falce e martello venne calata dal tetto del Cremlino, il palazzo simbolo del potere sovietico, diventando l'immagine simbolo della fine del Comunismo. Pochi giorni dopo infatti l'URSS cessò di esistere e nacque l'odierna Russia.
Oltre al leader, il mondo ebbe modo di conoscere anche l'uomo dietro il politico. Tra gli anni '80 e gli anni '90 infatti Gorbachev divenne un'icona Pop, riconoscibile soprattutto grazie alla vistosa voglia rossastra che spiccava sulla sua testa rasata.
Grande importanza nella vita dello statista ebbe anche l'amatissima moglie Raisa Titarenko, incontrata all'università e compagna inseparabile fino alla morte di lei, avvenuta a 67 anni per una leucemia. Anche Raisa contribuì a dare una nuova immagine alla politica russa, mostrandosi sempre elegante e arguta nei tanti incontri internazionali in cui accompagnava il marito.