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Chi ha inventato la sella dei cavalli?

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Gli uomini hanno addomesticato i cavalli ben 5.500 anni fa. Ma ci sono voluti secoli di sforzi e scomodità per cavalcarli con una comoda ed efficiente sella. Scopri la storia di questo importante accessorio che ha cambiato la storia del mondo.

Gli studiosi ritengono che l'addomesticamento dei cavalli da parte degli uomini risalga a circa 5.500 anni ad opera della civiltà Botai, originaria dell'odierno Kazakhistan. Le steppe dei monti Urali, nel Kazakhistan settentrionale, sono state il primo habitat dei cavalli selvatici.

Non solo: i ricercatori dell'Università di Bristol e di Exeter hanno anticipato di circa 2.000 anni anche l’arrivo del cavallo in Europa, probabilmente tra la fine dell'era terziaria e l'inizio di quella quaternaria.

LA SELLA E UN NUOVO MODO DI CAVALCARE

Siccome i cavalli venivano cacciati, l'uomo ha potuto studiarli da vicino prima di addomesticarli e allevarli. I primi cavalli addomesticati si montavano a pelo, cioè senza sella, in posizione rigida e molto arretrata. Per proteggere il sedere si utilizzavano delle coperte, che però non consentivano un adeguato equilibrio.

La prima idea per migliorare la monta, introdotta intorno al 1.000 a. C. furono le briglie. Il morso arrivò molto più tardi, nel VI secolo a. C. mentre le prime vere selle, fatte di un robusto telaio, comparvero in Cina solo attorno al III secolo a. C.

Sempre in Asia Centrale, già attorno al X secolo a. C. gli Assiri migliorarono la tecnica equestre realizzando supporti fissi allacciati sotto il ventre del cavallo. Queste rudimentali selle permettevano di cambiare la postura che divenne più disinvolta, con posizione avanzata e gambe tese. Gli Sciti (un'altra popolazione dell'Asia Centrale) aggiunsero ai supporti degli Assiri in cui infilare i piedi due anelli di cuoio.

LA SVOLTA DA ORIENTE

Fu l'arrivo di selle robuste come quelle cinesi, però, a fare la differenza in battaglia. Lo scoprirono a loro spese i Romani, che combatterono gli Unni seduti su coperte appoggiate ai cavalli mentre la cavalleria dei loro nemici era già dotata di selle in legno con pomelli davanti e dietro. Il vantaggio era una stabilità senza pari e la possibilità di tirare frecce senza fermarsi.

Con la definitiva adozione delle staffe, introdotte in battaglia dal merovingio Carlo Martello nel VII secolo, i cavalieri poterono utilizzare in battaglia il peso del loro corpo e quello del cavallo per condurre gli attacchi “lancia in resta”, ossia con la lancia fissata a un’apposita appendice dell’armatura (la resta, appunto).

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