Il pigiama è un indumento che abbiamo e che indossiamo quasi tutti. Ce ne sono a tinta unita, di seta, di lana, di cotone, con fantasie, con la parte superiore tipo maglia o tipo camicia con i bottoni. Ce n'è davvero per ogni gusto. Ma quali sono le sue origini?
DAL PAY-JAME AI DUE PEZZI
Quella del pigiama è una delle non poche invenzioni di cui non si conoscono il nome e il cognome dell'inventore. Sappiamo che viene dall'India e che ha origine probabilmente in tempi molto antichi. Ma il pigiama indiano, quello originale, non era affatto come oggi.
In verità il “pay-jame” era un “indumento per coprire le gambe”: questo è il significato della parola nell'antica lingua persiana. Si trattava di pantaloni molto larghi, di stoffa leggera, utilizzati sia dagli uomini che dalle donne. Con la colonizzazione dell'India da parte degli inglesi, il pigiama (nome universalmente accettato e dato proprio dagli inglesi) si diffuse anche in Europa a partire dal 1700.
Nel corso del 1800 il pigiama non era già più un semplice paio di pantaloni in seta, ma l'indumento che oggi conosciamo e che usiamo per andare a dormire. Già in quel tempo furono inventati tantissimi tipi di pigiama elaborati e fatti con svariati tessuti.
UN INDUMENTO "DI CLASSE"
Fra gli aristocratici, i nobili e in generale tra i benestanti era diffuso il pigiama in seta, ma presto iniziarono ad essere usati anche da altre classi sociali quelli in cotone e in lana. Molto alla svelta ne furono realizzati dei modelli per l'estate, con la parte superiore a manica corta o con pantaloncini, e dei modelli per l'inverno, in lana e molto spessi e caldi.
Nel corso del '900 sono stati molti gli artisti che si sono fatti ritrarre nelle foto con dei comodi ed eleganti pigiami, spesso considerati indumenti di lusso, mentre altre personalità organizzavano ricevimenti nella propria abitazione indossando un pigiama.
Fonti: A.Paffumi e V.Maugeri, “Storia della moda e del costume”, Calderini editore, 2005