Di certo voi, che avete pochi anni, lo avete trovato lì, da subito. E forse per questo vi sembra che sia sempre esistito. In realtà è un'arte giovanissima: la prima proiezione risale al 1895, 122 anni fa. Direte voi: ma 122 anni sono tantissimi! Per una persona sì, ma per la storia dell'umanità sono qualcosa di minuscolo. Pensate solo che la pittura, la scultura, la poesia, la musica e la scrittura hanno migliaia di anni. Un'arte che ha quasi la stessa età del cinema (solo un po' più vecchia) è la fotografia, inventata nel 1826: e infatti il cinema e la fotografia sono arti “sorelle”. Ma una specie di cinema esisteva già oltre duemila anni fa, e un intrattenimento molto simile risale a circa 350 anni fa. Ecco a voi la meravigliosa storia delle invenzioni che hanno preceduto e ispirato la nascita del cinema. Ora accendiamo la macchina del tempo e venite con me!
Eccoci in Cina, 2500 anni fa. Guardate un po' lo spettacolo in questa casa, è un gioco di ombre (noi le chiamiamo appunto “ombre cinesi”): una stanza oscura (attenti a inciampare, mi raccomando!), dei giochi di luce e qualcuno - come quel signore lì - a imitare con le mani e il corpo cose, animali o persone. La stessa cosa, ma per raccontare vere e proprie storie, con qualcuno accanto la cui voce le narrava, accadeva col teatro d'ombre, che si sviluppò anticamente in Cina, Egitto, Babilonia, Giava, India e Medio Oriente. Non abbiamo tempo per andarlo a vedere, ragazzi. In breve, si proiettavano su una parete bianca, al buio, delle ombre realizzate muovendo le dita a formare figure. In Europa il teatro d'ombre si diffuse soltanto nel 1700. C'era, sempre in Cina, anche la camera oscura, scatola di legno che pare risalire anch'essa a oltre duemila anni fa: si proiettavano sulle pareti immagini capovolte filtrate attraverso un foro. Via!, che dobbiamo fare un bel salto nel tempo in avanti, al 1600.
Dall'invenzione del teatro d'ombre a quella della Lanterna magica passa molto tempo. Ma che cos'era la lanterna magica? Digitiamo il 1600 circa. Eccoci. Come vedete, era uno strumento simile ai nostri proiettori di diapositive, che col tempo ha potuto perfino riprodurre movimenti, animazioni realizzate con lo scorrimento dei vetri dipinti davanti all'obiettivo, proprio come fa questo scienziato davanti a noi. Si dice che anch'essa sia stata inventata in Cina e portata in Europa dai primi viaggiatori. Il primo europeo a descriverla fu Athanasius Kircher, un prete gesuita tedesco che sapeva un'infinità di cose. Un vero genio! Andiamo nella sua stanza. È quella lì la lanterna magica: una grande scatola di legno contenente una candela con un vetro dentro. Vedete che sul vetro sono dipinte delle immagini?
Guardate Kircher, adesso, che le sta proiettando, attraverso uno specchio concavo e una lente, su una parete della stanza che adesso è buia. Bello, vero? Ebbene, pochi anni dopo, diciamo dal 1660 in poi, iniziarono a diffondersi gli spettacoli con la lanterna magica, così seguiti dalla gente che nacque anche il mestiere del lanternista, colui che organizzava le esibizioni usandola. E ispirandosi ad essa nacque un altro intrattenimento popolare: il mondo nuovo.
Digito il 1700 circa e andiamo a Venezia a vederlo. Siamo arrivati. È quello lì nella piazza, il mondo nuovo: una scatola di legno ancor più grande della lanterna magica, dentro cui la gente sta guardando delle figure che possono anche essere animate. Quello lì che parla accanto alla scatola di legno è il narratore delle storie che la gente vede.
Nel 1736 lo scienziato olandese Pieter Van Munschenbroeck, sovrapponendo due vetri disegnati in una lanterna magica, ottenne il movimento: su un vetro una parte della figura, sull'altro l'altra. In questo modo, ad esempio, si poteva far muovere indipendentemente un braccio, una gamba o altre parti di un corpo. Ma la gente, ormai, iniziava ad annoiarsi. C'era bisogno di nuove invenzioni. Ed ecco, come per magia, una serie di invenzioni fantastiche. Andiamo a vederle.
Programmo la macchina del tempo al 1799. Lo scienziato belga Etienne Gaspard Robert ha appena inventato il fantascopio, quella specie di lanterna magica davanti ai vostri occhi, con meccanismi più complessi e avanzati di prima. Robert chiamava “fantasmagorie” i suoi spettacoli col fantascopio: varie lanterne, molte lastre disegnate, leve che avvicinavano e allontanavano ogni lanterna dallo schermo, strumenti per suoni e rumori, immagini che potevano apparire e sparire o ingrandirsi e rimpicciolirsi.
Via al 1824! Davanti a voi, il taumatropio: un disco di cartone fissato a due fili e disegnato su ambedue le parti. Facendolo girare velocemente, le immagini si sovrappongono creando l'illusione di movimento.
Ora partiamo per il 1826, data importantissima. Ve lo presento: lui si chiama Joseph Nicéphore Niépce. Ha inventato la fotografia. Niépce sperimentò l'impressione con la luce di immagini su una lastra di gelatina. Le prime lastre richiedevano un'esposizione fino a 14 ore. I progressi furono rapidi, tanto che si giunse a un tempo di esposizione minimo.
Eccoci nel 1833, davanti al fenachistoscopio del belga Joseph Antoine Plateau. Osservate: una ruota, al centro di un manico, gira su se stessa; su di essa ci sono delle fessure attraverso cui guardare e, dentro, sono disegnate delle immagini. Infine, uno specchio su cui proiettare queste immagini. Un anno prima, nel 1832, era nato lo stereoscopio, strumento a forma di piccolo binocolo con lenti o specchi. Nel 1834 William George Horner inventò lo zootropio.
Si trattava di disegnare su un foglio di carta una serie di immagini (come oggi per i cartoni animati) a creare una striscia, poi posta all'interno di un tamburo che girava. Nel 1868 fu messo in commercio il cineografo, una sorta di piccolo libro i cui fogli si fanno scorrere velocemente tra le dita e che potete fare anche voi, ragazzi. Anzi, fatelo: è divertente! Le immagini sembrano muoversi. Nel 1876 Emile Reynaud inventa il teatro ottico. Le immagini fotografiche, stampate su vetrini, erano legate in una striscia con pezzi di carta e un foro per favorire lo scorrimento.
Ma andiamo adesso a Palo Alto, in California, a conoscere Edward Muybridge, uno scienziato inglese. Siamo arrivati. È il 1878. Guardate cosa sta facendo: colloca delle macchine fotografiche alla stessa distanza l'una dall'altra, unite da fili di lana tesi; il cavallo che sta correndo li sta tranciando mentre passa facendo scattare le immagini! Ogni immagine ottenuta si chiama “fotogramma”, e sembra che il cavallo e il fantino si muovano. Straordinario!
E quello lì che ha una specie di fucile in mano?! Lo vediamo da lontano, non possiamo parcheggiare. Si chiama Etienne Jules Marey e sfrutta il meccanismo dei fucili riuscendo a scattare dodici foto al secondo. La sua Onda, del 1888, è il più antico documento di fotografia in movimento. Ma ha un problema: non riesce a proiettare il movimento ottenuto. Ragazzi, preparatevi: ci stiamo avvicinando al cinema! Abbiamo sorvolato con la nostra macchina molte altre piccole invenzioni perché abbiamo un tempo determinato e dobbiamo per forza vedere le invenzioni che ci interessano di più. Solo pochi secondi per digitare e andare nel 1891. Lui, davanti a voi, è Thomas Alva Edison, che ha inventato e brevettato centinaia di cose. Ha appena inventato il kinetoscopio, una grande cassa in cima alla quale si trova un oculare; ecco, poggiateci un occhio, a turno, senza spingervi. Ricordate di girare la manovella. Avete visto? Così avete guardato il film. Ah, è quello del bacio? Buffo, eh? Ma ora lasciamo il kinetoscopio e andiamo nel 1895.
Sono loro due, sì. Auguste e Louis Lumière, due francesi di Lione che fabbricano pellicole fotografiche e hanno appena brevettato il cinematografo, la “fotografia in movimento”.
Non è forse simile alla lanterna magica? Guardatelo oggi, 28 dicembre 1895, giorno del suo debutto: proietta, proprio come la lanterna magica, immagini sulla parete. È piccolo e permette sia di riprendere che di proiettare solo cambiando l'obiettivo. Da quando lo hanno messo in vendita è stato acquistato da molti che sono andati per il mondo a fare film su luoghi lontani da mostrare a chi non ha soldi per viaggiare.
Come nel kinetoscopio, la pellicola in bianco e nero (che era stata inventata nel 1882) scorre girando quella manovella là. Alla gente piace molto anche farsi riprendere dai Lumière per poi rivedersi. Appena il cinematografo nacque, un illusionista e prestigiatore, Georges Méliès, lo trasforma in fantasia pura, inventa il montaggio, riesce a sdoppiare i personaggi su una pellicola facendoli anche sparire e riapparire. Una serie di trucchi incredibili che danno origine al cinema vero e proprio, dove tutto è possibile. E visto che pellicole erano in bianco e nero (quelle a colori nasceranno nel 1930 circa), molti le fecero colorare a mano. Un lavoro di enorme precisione e difficoltà che di solito svolgevano le donne che, come si sa, sono (purtroppo per noi maschietti) più precise e ordinate di noi. Il resto lo conoscete: è il cinema che guardate nelle sale e in tv. Quell'invenzione straordinaria inseguita per secoli e che avete visto insieme a me nella macchina del tempo. Ah, fra parentesi: la macchina che abbiamo usato è stata inventata da Jules Verne ed Herbert George Wells. Ringraziamo questi due scrittori, ragazzi.