I pirati esistono ancora, anche se non sono come noi ce li immaginiamo, cioè non hanno un pappagallo sulla spalla o una bandana in testa come vediamo nei film o come leggiamo nei libri. Una volta, forse, i pirati assomigliavano più a questo tipo di immagine che ci rimandano i racconti, ma, in ogni caso, oggi alcuni briganti continuano a depredare il "tesoro" di altri, per mare, ma anche attraverso internet.
I pirati... di oggi
I pirati esistono ancora quindi, e navigano per i mari, in particolare in Asia, Sud America e nei mari dell’Europa dell’Est. Per esempio in Somalia, si dedicano principalmente al furto di petrolio dirottando le navi cisterna e prendendo in ostaggio gli equipaggi, per i quali chiedono anche pesanti riscatti.
Il termine hacker venne reso famoso dalla rivista americana Newsweek nel 1983 ma, in realtà, si usava già da molto tempo tra programmatori ed esperti di computer per indicare uno “smanettone”.
All'epoca hacker era considerato uno che non si accontentava di usare le macchine ma cercava di smontarle per capirne il funzionamento e i limiti. Le prime imprese famose degli hacker riguardano i telefoni e non i computer.
Il trucco del fischietto
Negli anni Sessanta, John Draper era conosciuto come “Cap’n Crunch“, una marca di cereali in cui trovò un fischietto, la sua “arma“. Draper, infatti fischiava subito dopo aver chiamato un numero, durante il segnale di libero: il tono del fischio era simile al segnale di “riagganciato” e ingannava il sistema telefonico che registrava la telefonata come conclusa. Invece era appena iniziata, facendo risparmiare un sacco di soldi.
Anche Kevi Mitnick cominciò col telefono (come del resto anche Steve Jobs, lo scomparso fondatore della Apple), ma si spinse oltre, fino a entrare in Arpanet, l’antenato di Internet, e poi nei computer del Pentagono.
Pirati dei film
Nel 2017 i pirati informatici hanno minacciato la Walt Disney Company di pubblicare on line gratis I pirati dei Caraibi: la vendetta di Salazar, che doveva ancora uscire al cinema. La Disney non ha ceduto e per fortuna la minaccia si è rivelata una finta.
A Netflix invece, poco tempo prima, era andata male: gli hacker hanno pubblicato 10 episodi della serie 'Orange is the New Black' prima dell'uscita ufficiale sulla piattaforma
Guardie e ladri. Vladimir Levin, invece, entrò nei computer della Citybank rubando circa 11 milioni di dollari e fu catturato da un altro hacker, Tsotomu Shimomura, che si mise a disposizione per “inseguirlo“ virtualmente.
I pirati esistono anche buoni
Un esempio tra tutti è quello di Linus Torvald, creatore del sistema operativo “aperto” Linux e simbolo della comunità open source, dove tutti possono mettere le mani sui codici dei programmi per migliorarli (un po’ come con Wikipedia).
In mare e in politica
Ma non serve operare su internet per essere un pirata buono: Paul Watson, attivista canadese, è uno dei fondatori di Greenpeace e naviga nei mari per difendere le balene e gli altri animali marini dai bracconieri.Il partito pirata poi, nato in Svezia, si è diffuso in gran parte d'Europa, Italia compresa.