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L'eccidio di Monte Sole fu un insieme di stragi compiute dalle truppe naziste in Italia tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, nel territorio dei comuni di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno che comprendono le pendici di Monte Sole in provincia di Bologna. Fu un crimine contro l'umanità e uno dei più gravi crimini di guerra compiuti contro la popolazione civile perpetrati dalle SS in Europa occidentale durante la seconda guerra mondiale. Nella foto la targa commemorativa.

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Montecarotto, in provincia di Ancona, nel luglio del 1944, la “Brigata Maiella” affrontò, insieme ai soldati polacchi, l’esercito tedesco deciso a prendersi la cittadina abbandonata. Ancora oggi sulla parete della Chiesa della “Santissima Annunziata” puoi vedere un proiettile inesploso dell’artiglieria tedesca. Nella foto il monumento ai caduti partigiani ad Arcevia (AN)

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Casa della Resistenza e Parco della Memoria e della Pace a Fondotoce (Verbania): il museo commemora la strage del 20 giugno 1944, quando i nazisti fucilarono 43 partigiani (i "martiri di Fondotoce", nella foto)

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Il Museo storico della Liberazione (Roma) è stato allestito nei locali dell’edificio che, nei mesi dell’occupazione nazista di Roma (11 settembre 1943 – 4 giugno 1944), venne utilizzato come carcere dal Comando della Polizia di sicurezza.

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All'inizio dell'agosto 1944 Sant'Anna di Stazzema era stata qualificata dal comando tedesco come "zona bianca", ossia una località adatta ad accogliere sfollati: per questo la popolazione, in quell'estate, aveva superato le mille unità. Nonostante ciò, all'alba del 12 agosto 1944, tre reparti di SS salirono a Sant'Anna, mentre un quarto chiudeva ogni via di fuga a valle sopra il paese di Valdicastello.
In poco più di mezza giornata vennero uccisi centinaia di civili, di cui solo 350 poterono essere in seguito identificate; tra le vittime 65 erano bambini minori di 10 anni di età. La vittima più giovane, Anna Pardini, aveva 2 mesi. Gravemente ferita, la rinvenne agonizzante una sorella miracolosamente superstite, tra le braccia della madre ormai morta. Morì pochi giorni dopo nell'ospedale di Valdicastello.
Nella foto il monumento che commemora la strage di Sant'Anna. Nella pietra sono scolpiti dei volti in rilevo.

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Casa dei fratelli Cervi a Gattatico (Reggio-Emilia): sette fratelli fucilati dai fascisti per rappresaglia all'alba del 28 dicembre 1943

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“Il sentiero della libertà” (Majella. Abruzzo) era la via di fuga di migliaia di prigionieri alleati e di giovani italiani che lottavano per la liberazione d’Italia, divisa dalla Linea Gustav dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, quando l’Abruzzo divenne terra di confine e angolo di speranza per i fuggiaschi che si schieravano con l’Esercito Alleato.