Risale a Papa Bonifacio VIII, ossia tra il 1230 e il 1300 circa, l’invito ai pellegrini a muoversi occupando il lato sinistro della strada. Per quale motivo? Perché i cavalieri avevano l’abitudine di tenere la sinistra al fine di usare meglio la spada qualora vi fossero stati degli attacchi improvvisi.
Ma l’usanza fu messa in discussione alla fine del ‘700. Durante la Rivoluzione francese, Robespierre decise di far circolare a destra per opporsi in tal modo alla Chiesa cattolica: i rivoluzionari consideravano la guida a sinistra un’usanza della Chiesa e dei nobili. Questa pratica fu poi ripresa da Napoleone per disprezzo verso i nemici inglesi, che circolavano a sinistra: egli impose di viaggiare a destra in tutti i territori occupati dalle sue armate (buona parte dell’Europa continentale).
Nel 1765 il governo inglese emanò una legge che stabilì che il passaggio sul London Bridge, uno dei principali ponti sul Tamigi, dovesse avvenire sul lato sinistro della carreggiata. La guida a sinistra, in quegli anni, era prevalente in quasi tutta l’Europa. L’Inghilterra esportò la sua tradizionale guida a sinistra in molti dei territori conquistati. Il Giappone, Paese che ammirava i costumi inglesi, adottò la circolazione a sinistra dal 1859.
Nell’800 aumentò il numero delle carrozze ed apparvero sul finire del secolo le biciclette e le prime automobili. Agli inizi del ‘900 la posizione del freno a mano favorì lo spostamento del senso di marcia a destra in molti Paesi. Pian piano, i produttori iniziarono a spostare il freno a mano al centro, dov’è oggi. E il fatto che più del 90% della popolazione mondiale fosse destrorsa favorì la produzione di veicoli col volante a sinistra (fino a quel momento venivano prodotti anche col volante a sinistra) e con essa lo spostamento del senso di marcia sul lato destro.
Ma torniamo all’Italia, oltre cent’anni fa. Si guidava a sinistra ovunque, nel nostro Paese? No: in alcune parti si guidava a destra, in altre a sinistra. Questa libertà era stata sancita dal Regio decreto numero 416 del 28 luglio 1901: ogni provincia poteva scegliere non solo il limite di velocità o la direzione di marcia dei veicoli, ma addirittura il proprio intero codice stradale. Nel 1915, con l’inizio della Prima guerra mondiale, il Comando supremo impose la guida a sinistra nelle zone di operazione. Il guaio grosso avvenne a Caporetto poco tempo dopo, quando un ingorgo incredibile fu la causa della morte di migliaia di soldati che restarono intrappolati nelle valli alpine e furono decimati dalle artiglierie nemiche: le colonne in ritirata marciavano a sinistra, i rinforzi provenienti da sud tenevano la destra. Fu la prima volta che l’Italia si accorgeva del grande problema rappresentato dalle regole incerte ed incoerenti.
A Vicenza si guidava a destra e a Verona a sinistra, a Ravenna a destra ma nelle vicinanze a sinistra, a Bergamo a sinistra e a Brescia a destra, nella provincia di Como a sinistra ma nei circondari di Varese e Lecco prevaleva la destra. E lo stesso avveniva al sud. Un caso isolato era l'Umbria, regione in cui c’era l'obbligo di tenere la destra nei centri abitati e nelle zone rurali, ma le strade erano però “a schiena d'asino” e senza “spalla di contenimento”.
In breve, quando arrivavano veicoli a motore che intendevano sorpassare, i guidatori di carri e carrozze si spostavano a sinistra, ossia verso il centro della strada. Evitavano in tal modo di uscire dalla carreggiata e di sprofondare nella terra o nel fango, ma al contempo rischiavano di scontrarsi con le auto provenienti dalla direzione opposta. La provincia di Perugia, per questo motivo, aveva una mortalità molto alta.
Nessuna possibilità di un accordo che unisse l’Italia anche nel tenere una direzione di marcia nelle strade. A Milano, Torino, Genova, Spezia, Savona, Parma e Roma si decise di guidare a sinistra, mentre alla periferia delle aree urbane un cartello avvertiva i conducenti di passare tranquillamente alla mano destra.
Fu Mussolini a prendere la definitiva decisione di far guidare tutti gli italiani a destra. Mussolini sottopose al Re un decreto che questi firmò il 31 dicembre 1923. La legge impose al Paese la “mano destra unica”, dando due anni di tempo alle amministrazioni per preparare la nuova segnaletica e riadattare le tramvie. L’ultima città ad adeguarsi fu Milano il 3 agosto 1926. Mussolini avrebbe voluto modificare anche il traffico ferroviario, che teneva la sinistra. Ma non arrivò a tanto.
La gran parte dei Paesi nel mondo oggi guida a destra: circa due terzi della popolazione mondiale. Sono 57 le nazioni con la guida a sinistra: si va da Antigua e Barbuda all’Australia, dalle Bahamas al Bangladesh, dal Botswana al Brunei, da Cipro a Figi, dalla Giamaica al Giappone, da Hong Kong al Kenya, da Macao al Mozambico, dal Pakistan alle Samoa, dal Sudafrica alla Tanzania, da Tonga all’Uganda, dallo Zambia allo Zimbabwe.
Gli ultimi Paesi, invece, a spostare il senso di marcia da sinistra a destra sono stati la Svezia nel ‘67 e l’Islanda nel ‘68.
FONTI:
https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/07/24/quando-italia-si-butto-destra.html
https://www.geopop.it/perche-in-italia-si-guida-a-destra-e-in-inghilterra-a-sinistra-la-spiegazione-del-senso-di-marcia/
https://www.iconwheels.it/info-utili/guida-sinistra-elenco-nazioni
https://www.brumbrum.it/blog/guida-a-sinistra-perche-in-alcuni-paesi-si-circola-al-contrario/16221/