LA GIORNATA DELLA MEMORIA
Ogni anno, nel mondo, il 27 gennaio si celebra la Giornata della Memoria, la ricorrenza durante la quale vengono ricordati 15 milioni di vittime dell'Olocausto (cifra emersa dallo studio dell'Holocaust Memorial Museum di Washington rinchiusi e uccisi nei campi di sterminio nazisti prima e durante la Seconda Guerra mondiale. Sei milioni di di queste vittime innocenti appartenevano al popolo ebraico: il loro genocidio viene chiamato Shoah.
COS'È UN GENOCIDIO?
Vengono chiamati genocidio gli atti commessi dall'uomo con l'intenzione di distruggere un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso.
L'Olocausto e la Shoah sono stati genocidio con metodi scientifici, messo in atto da parte della Germania nazista fino al 27 gennaio 1945, quando i carri armati dell'esercito sovietico sfondano i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz in Polonia. Da quel giorno, questo campo è diventato il luogo simbolo della discriminazione e delle sofferenze di chi è stato internato solo perché ebreo o zingaro o omosessuale o anche, semplicemente, perché si trattava di una persona con idee politiche diverse da quelle di chi era al potere.
Ricordare le vittime di quegli anni lontani può sembrare qualcosa che non vi tocca direttamente (forse nemmeno i vostri nonni ne sono stati testimoni), in realtà non è così.
IL PERCHÉ DELLA GIORNATA DELLA MEMORIA
La Giornata della Memoria non serve solo a commemorare quei milioni di persone uccise crudelmente e senza nessuna pietà ormai quasi 80 anni fa. Serve a ricordare che ogni giorno esistono tante piccole discriminazioni verso chi ci sembra diverso da noi. Spesso noi stessi ne siamo gli autori, senza rendercene conto.
La Giornata della Memoria ci ricorda che verso queste discriminazioni non alziamo abbastanza la voce e che spesso, per comodità e opportunismo, ci nascondiamo in quella che gli storici chiamano la zona grigia. Si tratta di una zona della mente e del nostro comportamento, a metà tra il bianco e il nero, tra l'innocenza e la colpevolezza. In questa zona ad avere la meglio, alla fine, è l'indifferenza per chi viene isolato e non accettato.
Per evitare che una tragedia come quella dell'Olocausto si ripeta occorre ricordare e soprattutto capire. Uno strumento importante per farlo è quello di ascoltare la viva voce dei testimoni e di chi è stato direttamente coinvolto negli avvenimenti.
LIBRI E FUMETTI PER CONOSCERE E COMPRENDERE
Un altro modo per capire cosa è successo in maniera chiara è leggere un libro o un fumetto. Forse non lo sapete ma esistono tantissimi fumetti che raccontano l'Olocausto. Il più famoso, nonché il primo, è Maus di Art Spiegelman, un artista svedese naturalizzato americano. Spiegelman racconta la storia di suo papà sopravvissuto ai lager. È un libro per i più grandi tra di voi, in cui i protagonisti sono rappresentati da animali: gli ebrei sono disegnati come topi (perché per i nazisti erano esseri inferiori), i nazisti sono gatti, i francesi rane, i polacchi maiali e gli americani cani.
La scelta di usare personaggi animali al posto degli uomini è fatta per ricordarci come la discriminazione non renda più umani ma, al contrario, disumanizzi le vittime. E soprattutto per indicarci come sia facile "generalizzare". Un po' come quando pronunciamo frasi a cui non diamo peso come: "tanto tutti sono...".
Un altro fumetto che vi consigliamo di leggere è La stella di Esther, di Eric Heuvel, Ruud Van der Rol e Lies Schippers. In questo racconto disegnato la protagonista, ormai nonna, racconta alla nipotina e a un'amica di quando lasciò la Germania per l'Olanda, costretta a nascondersi per non finire deportata, con la famiglia, nei campi di concentramento. Nel fumetto, Esther racconta la quotidiana discriminazione e il progressivo isolamento che ha subito pur essendo fuggita per salvarsi.
Chiudiamo questo articolo con il racconto che Liliana Segre (sopravvissuta al lager di Auschwitz e il 18 gennaio scorso nominata senatrice a vita dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella), ha fatto ai ragazzi il 27 Gennaio del 2012 al conservatorio di Milano. Pensate, cari focusini: questa donna è una dei 776 bambini italiani più piccoli dei 14 anni che furono deportati nel campo di concentramento di Auschwitz. Oltre a lei, solo altri 24 bambini tornarono a casa vivi, alla fine della Seconda Guerra mondiale.
Infine, tra i tanti film dedicati alla tragedia dell' Olocausto e della Shoah vi consigliamo Storia di una ladra di libri, che racconta di una bambina, Liesel, a cui il papà insegna a leggere. E di come lei si innamori della lettura e inizi una nuova vita fatta di libri... rubati e dell'amicizia con un ragazzo ebreo nascosto nella sua cantina per sfuggire alle persecuzioni.
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