Nostro Figlio

FocusJunior.it

FocusJunior.itScuolaStoriaSulla macchina del tempo | Focus Junior intervista Marco Polo

Sulla macchina del tempo | Focus Junior intervista Marco Polo

Stampa

Con la macchina del tempo di Focus Junior siamo tornati indietro nei secoli per intervistare Marco Polo, uno dei più grandi esploratori mai esistiti.

Marco Polo è stato un grande esploratore e uno dei più grandi viaggiatori di tutti i tempi. È ricordato per essere stato il primo europeo ad aver raggiunto la Cina e il lontano Oriente, dal Tibet all'odierno Myanmar (Birmania). Da questa sua esperienza scrisse un libro famoso, Il Milione, in cui raccontava ai suoi contemporanei le sconosciute meraviglie che vide.

Marco Polo nacque a Venezia nel 1254, e in quella città morì l'8 gennaio del 1324.

Marco Polo  partì da Venezia, nel 1271, assieme con il padre Niccolò e lo zio Matteo per raggiungere il Catai , una remota regione della Cina occidentale, attraversando piste conosciute come "la Via della seta".

Siccome la sua storia è davvero fantastica,  con la macchina del tempo di Focus Junior siamo tornati indietro di più di 700 anni per intervistarlo. Lo troviamo  a Genova nel 1298: Marco è stato incarcerato dopo che i veneziani sono stati sconfitti dai genovesi nella battaglia navale di Curzola (un'isola che oggi appartiene alla Croazia).

Un'intervista impossibile

Buongiorno signor Marco Polo, permette qualche domanda? 
Mi chiami messere, per favore.

Come dice, scusi? 
Sono messèr Polo. Ho avuto il titolo di messere alla corte dell’imperatore Kubilai Khan, nel Catai. “Messere” è una carica, un “compito” che l’imperatore assegna alle persone di cui si fida. Io, a corte, avevo appunto il compito di ambasciatore e di informatore personale di Kubilai in tutto l’impero.

Ma come mai ora si trova in carcere?
Questa non è un’epoca tranquilla. Le città di Genova e Venezia sono in guerra tra loro. Abbiamo appena combattuto a Curzola e i genovesi, malgrado fossero molti di meno rispetto a noi veneziani, hanno vinto. E così sono stato fatto prigioniero.

Dev’essere una sofferenza per lei, così abituato ai viaggi e all’avventura… Come passa il tempo qui in carcere? 
Mi consolo pensando ai miei viaggi. In carcere qui con me c’è anche il mio amico Rustichello da Pisa, un cantastorie. Ho deciso di dettargli le memorie dei miei viaggi perché voglio scrivere un libro: “La descrizione del mondo”.

Il libro che noi conosciamo come "Il Milione”?
Ah, lo chiamate così nel futuro?

No, questo titolo glielo darà lei tra qualche anno. O, almeno, così dice qualcuno dei suoi biografi. Ma perché ha scelto questo titolo? 
Ah, mi scusi. Ma se questa cosa la farò nel futuro non gliela posso confermare oggi. Comunque sì, può darsi… La mia famiglia ha un soprannome, Emilione , che deriva da un nostro antenato che si chiamava così. Potrei decidere di intitolare così il mio libro per questa ragione.

Nel Milione racconta dei suoi fantastici viaggi… ci può anticipare qualcosa? 
Sono stato nel Catai per quasi vent’anni. Quando sono partito, insieme a mio padre Niccolò e a zio Matteo era il 1271, ero appena un ragazzino di 17 anni. Viaggiammo sulla Via della seta, che è un insieme di itinerari carovanieri che collegano l’Oriente con varie parti del mondo. Uno di questi arriva fino a Venezia.

Ma perché siete partiti? 
Mio padre Niccolò e zio Matteo erano già stati in Oriente, 10 anni prima di me. Nel 1266 Kubilai Khan, imperatore dei Mongoli e nipote del famoso Gengis Khan, li mandò da Pechino a Roma con una lettera per papa Gregorio X. L’imperatore chiedeva che il pontefice gli inviasse delle persone fidate e colte da utilizzare come “informatori”, per avere notizie sul come si svolgeva la vita all’interno del suo vasto impero. Arrivarono a Roma con la lettera nel 1269 e…

Nel 1269? Dopo tre anni!
Eh sì, i nostri sono viaggi lunghi e faticosi e pericolosi, a cavallo e a piedi, con qualche tratto per nave. Non abbiamo mezzi di locomozione veloci e comodi come quelli che, credo, avete voi nel futuro. Comunque, papà e zio arrivarono a Roma nel 1269 e ripartirono nel 1271, per portare all’imperatore la risposta del papa. Io ero affascinato dai racconti dei viaggi che mi faceva papà quando tornava a casa e così gli chiesi di partire con loro. Mi accontentò.

Nicolò, Matteo e lei, messer Marco Polo, come si svolse il vostro viaggio?
Attraversammo l'Anatolia e l'Armenia, raggiungemmo il fiume Tigri, in Irak e le città di Mosul e Bagdad e da lì il porto di Ormuz, nell'odierno Iran, per proseguire il viaggio via mare. Però poi cambiammo idea e decidemmo di continuare via terra attraverso la Persia e l'altopiano del Pamir verso il deserto del Gobi, da dove giungemmo in Catai. Da lì, seguendo il Fiume Giallo, arrivammo infine alla città di Khanbaliq.

Oggi noi la chiamiamo Pechino ed eravate partiti da Roma tre anni e mezzo prima! Che accadde una volta giunti lì? Sappiamo che alla corte di Kubilai foste molto apprezzati...
Sì, l’imperatore ci volle molto bene. Io lavorai anni per lui e tenemmo fra noi sempre un rapporto di completa fiducia. Mi fece dapprima suo consigliere, poi divenni anche ambasciatore e, come ho già detto, informatore e poi governatore. Per compiere il mio lavoro percorsi l'impero in lungo e in largo, avevo sete di avventura e lo feci volentieri. Quando decidemmo di tornare a Venezia, Kubilai ci concesse il permesso di tornare purché accompagnassimo la principessa Cocacin, chiesta in sposa dal re di Persia Argon.

Vola con la macchina del tempo di Focus Junior.
Leggi l'intervista a Carlo Magno!

Anche adesso, però, le avventure non le mancano, visto che è in prigione.
Infatti, ma spero di tornare presto libero e diffondere il mio libro…ho voglia di far conoscere a tutti le meraviglie che ho visto.

Glielo auguriamo di cuore, messer Polo. Adesso la salutiamo perché sta per richiudersi il varco spazio-temporale che ha permesso alla nostra capsula del tempo di venire a trovarla. Vedrà che nel futuro si ricorderanno di lei!

Risalendo sulla navetta non glielo diciamo, ma sappiamo che messer Polo rimarrà in prigione solo pochi mesi. Infatti verrà liberato in seguito all’accordo di pace tra Genova e Venezia del 1299. Uscito dal carcere si sposerà con Donata, una nobildonna veneziana e avrà tre figlie femmine.

E riuscirà davvero a diffondere nei secoli il suo bellissimo libro, in cui racconta di avventure fantastiche, magiche e a volte paurose.

Leggi anche
ULTIME NEWS
Tabelline al contrario
Condividi
Focus Junior Days a IL CENTRO di Arese
Condividi
Uffa le tabelline!
Condividi