Vi piacerebbe avere una pozione per conquistare il vostro amore? O un incantesimo per curare una brutta malattia? Il "Manuale del potere rituale" decifrato da due ricercatori australiani di Macquarle potrebbe fare al caso vostro: questo manoscritto formato da 20 pagine di pergamena legate fra loro, venne redatto circa 1.300 anni fa in copto, la lingua parlata dagli Egizi a partire dal II secolo d.C.
Oltre ad alcune invocazioni a Gesù (all'epoca molti in Egitto si erano convertiti al cristianesimo), al dio egizio Seth e al misterioso Baktiotha, "signore su quaranta e nove tipi di serpente", conteneva 27 formule per difendersi dai demoni e avere successo in amore e negli affari.
Pronunciando alcune parole magiche su due chiodi e piantandoli poi sugli stipiti della porta di casa della vittima, il "praticante rituale", cioè l'apprendista mago cui apparteneva il libro, avrebbe potuto controllare la mente del poveretto.
Voi però non provateci: nessuno sa da dove venisse e di chi fosse questo manoscritto, ritrovato a Vienna nel negozio di un antiquario. E poi potreste rovinare la porta!
LA STANZA NASCOSTA
Ce n'è una in tutti i film d'avventura ma, stavolta, la classica stanza segreta nascosta dietro una porta murata esiste davvero.
Anzi, le camere sono due: vi si accedeva da due aperture, una nella parete ovest, l'altra nella parete nord della tomba del faraone Tutankhamon della Valle dei Re a Luxor. le porte furono tappate più di tremila anni fa ma l'egittologo Nicholas Reeves si è accorto della loro esistenza notando alcune crepe sugli affreschi che decorano la camera sepolcrale.
Che cosa si cela dietro? Perché la temperatura sulla parete nord aumenta o diminuisce a secondo del punto in cui viene misurata?
Potranno dirlo solo ulteriori analisi ma Reeves è convinto che, oltre la porta nord, si nasconda la tomba della regina Nefertiti, la madre di Tutankhamon, morta nel 1338 a.C. Gli esperti pensavano fosse lei la vera proprietaria del complesso tombale, finché suo figlio non ebbe bisogno di una tomba: il giovane faraone, infatti, morì improvvisamente a 18 anni. E all'epoca non si era ancora fatto costruire un proprio sepolcro!
Nel 2018 però uno studio guidato dall'italiano Franco Porcelli ha smontato una volta per tutte questa ipotesi
L'URLATORE MISTERIOSO
L’hanno trovato in un nascondiglio segreto, a Deir el-Bahri, vicino alla Valle dei Re, insieme ad altri 40 faraoni imbalsamati. Ma, a differenza delle altre mummie, era avvolto in una pelle di pecora all’interno di un sarcofago non decorato, con la bocca spalancata in un urlo.
Chi era quest’uomo sconosciuto? E perché gli Egizi lo imbalsamarono e seppellirono in modo frettoloso e trascurato?
Molte ipotesi ma nessuna certezza, tranne il suo volto, ricostruito virtualmente da un team di scienziati: il viso di un quarantenne con il naso pronunciato, la mascella importante e la fronte bassa.
Un antico egizio, sostengono gli esperti, e di rango elevato, visti i personaggi con cui venne sepolto: forse il principe Pentawere, il figlio del faraone Ramses III, punito nel XII secolo a.C. per aver congiurato contro il padre per salire al trono. Processato e costretto al suicidio, l’uomo avrebbe bevuto un veleno, morendo con l’atroce smorfia di dolore impressa in faccia.
COME HANNO FATTO A COSTRUIRE LE PIRAMIDI?
Avete presente la grande piramide egizia di Cheope, nella piana di Giza? Quando venne costruita, più di 4mila anni fa, era alta circa 147 metri (come un palazzo di 40 piani): dicono gli storici che gli Egizi ci misero almeno 20 anni a tirarla su, un blocco di pietra alla volta.
Ma senza camion, senza gru, senza strumenti di ferro, come hanno fatto?
Secondo le teorie più gettonate, per sollevare i blocchi e appoggiarli con precisione uno sull’altro, gli operai avrebbero usato rampe inclinate e una macchina di legno con un braccio oscillante azionato da corde e contrappesi.
Diverso, ma non meno geniale, il modo per tirar su, lungo la grande galleria di pietra della piramide, i blocchi di granito da 20-80 tonnellate impiegati nella camera del faraone: secondo gli studiosi del Politecnico di Torino, che lo hanno ricostruito in laboratorio, gli Egizi si affidarono al cosiddetto “argano spagnolo”.
Grazie a questo sistema di corde, ritorte con un bastone di legno girato dagli operai, due uomini potevano sollevare da soli un blocco di svariate tonnellate.
DOV'È SEPOLTA CLEOPATRA, L'ULTIMA REGINA D'EGITTO?
Si dice che, prima di morire, Cleopatra, l’ultima regina d’Egitto, abbia chiesto un favore al suo nemico Ottaviano, il futuro imperatore romano che aveva conquistato l’Egitto: voleva essere sepolta insieme a suo marito, il condottiero Marco Antonio. Poi si lasciò mordere da un serpente velenosissimo, spirando nel 30 a.C.
Pare che Ottaviano abbia mantenuto la promessa: Cassio Dione, un antico storico latino, ricorda che i due amanti “furono imbalsamati nello stesso modo e sepolti nella stessa tomba”.
Ma dove di preciso?
Nessuno lo sa. Alcuni studiosi pensano nel palazzo della regina, ma ormai l’edificio si trova sotto il mare ed è impossibile verificarlo; altri invece continuano a studiare le fonti per scoprirlo: è il caso dell’archeologo egiziano Zahi Hawass, che nel 2009 ha annunciato di aver trovato la tomba sotto al tempio del dio Osiride, nell’antica città di Taposiris Magna (l’attuale Abusir).
Lo proverebbero, dice, alcune monete, un busto scolpito di Cleopatra e una maschera che sembra raffigurare Antonio. I suoi colleghi però sono scettici e dopo duemila anni il mistero rimane.