Nella lunga storia dell'Egitto dei faraoni vi è stata breve una parentesi - quella che più o meno va dal 1638–1530 a.C. - in cui i sovrani della dinastia regnante appartennero ad una popolazione straniera di cui ancora oggi sappiamo molto poco: gli Hyksos.
CHI ERANO?
L'etnia Hyksos fece la propria comparsa durante quella fase tra il Medio e il nuovo regno che gli storici chiamano Secondo periodo intermedio (1790-1543 a.C). Gli studiosi non sono ancora concordi sulla loro precisa provenienza: probabilmente erano dei nomadi semiti (come gli Ebrei) appartenenti al ceppo degli Amorrei, che vivevano in Mesopotamia.
Il nome "hyksos" pare che derivi dalla contrazione greca del termine Heka khasut, che si può tradurre più o meno come "sovrano di Paese stranero". Essi infatti entrarono in contatto con la civiltà egizia e riuscirono perfino a prendere il potere instaurando la XV dinastia di faraoni, che infatti passò alla storia come la dinastia dei "grandi Hyksos", che comprese sei sovrani nell'arco di circa cent'anni.
Gli storici antichi - come il famoso Manetone, che però non visse ai tempi dei fatti raccontati, ma solo molti secoli dopo, in età tolemaica - descrissero gli Hykso come incivili invasori maestri nella guida di carri da guerra che, giunti da oriente, arrivarono ad ottenere il potere inaspettatamente e senza dover ricorrere alla forza bruta. Ma probabilmente le cose andarono diversamente...
IMMIGRATI AL POTERE
Stando ad un recente studio pubblicato sulla rivista Plus One da un gruppo di ricercatori della Bournemouth University, infatti, gli Hyksos non sarebbero stati affatto dei barbari usurpatori, ma un folto gruppo di stranieri che s'inserì in una società in crisi (in quel periodo Egitto era attraversato da lotte intestine e crisi dinastiche) e riuscì lentamente e pacificamente a raggiungerne i vertici.
Per giungere a tale conclusione il team di studiosi ha effettuato un'analisi degli isotopi di stronzio (un elemento chimico) presenti nei frammenti dei denti rinvenuti in 36 corpi sepolti presso l'antica Avaris, la capitale dei re Hyksos.
I risultati ottenuti hanno mostrato come di questi 36 scheletri, ben 24 appartenevano a immigrati provenienti dall'estero e visto che i corpi analizzati risalivano a circa 350 anni prima della presa del potere da parte degli Hyksos e che gli archeologi non hanno trovato segni di distruzione o combattimenti, si può ben ipotizzare che gli Hyksos altro non furono che stranieri più o meno integratesi nella società - adottarono perfino il sistema di scrittura geroglifica - e che il processo che portò l'Egitto ad essere governato da genti straniere fu molto più graduale (e pacifico) di quanto si pensasse.
L'INFLUENZA SULL'ANTICO EGITTO
L'alone di mistero che tutt'oggi ricopre quest'etnia rende difficoltoso stabilire con certezza quali novità vennero porate in Egitto proprio dagli Hyksos e non dalle altre popolazioni provenienti dall'Asia Minore.
Generalmente agli Hyksos viene attribuita l'introduzione del cavallo e del cocchio, nuove tecniche di lavorazione del bronzo e l'adozione del culto di Seth, divinità che nel Pantheon egizio veniva venerato come fratello di Osiride e che, forse proprio per denigrare la scelta dei dominatori stranieri, finì per essere considerata un'entità negativa.