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Chi erano i re Magi?

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Scopri tutto su questi tre personaggi così importanti per la tradizione cristiana (e non solo)

Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. Li conosciamo come i tre re Magi che partirono per un lungo viaggio dalle lontane terre d’Oriente, inseguendo la stella cometa, per portare i propri doni a Gesù bambino. Ma chi erano questi Magi secondo quanto ci riporta la tradizione?

Facciamo un po' di chiarezza su questi tre illustri signori, portatori dei doni dell’oro, dell’incenso e della mirra, in quella piccola stalla, nella città di Betlemme.

I tre re Magi forse erano quattro!

Innanzitutto, siamo davvero sicuri che fossero in tre? Secondo quanto scrive Francesca Fabris su Famiglia Cristiana, il numero dei Magi sarebbe associato al numero dei doni che portano. Il numero tre, poi, non è casuale: nei Vangeli, il riferimento al tre è davvero frequente, come la Santa Trinità (Padre, Figlio e Spirito Santo).

Esiste una leggenda secondo cui, insieme a Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, si fosse messo in viaggio un quarto Magio.

Sulla sua figura aleggerebbero diverse versioni della storia, ma quella più conosciuta racconta che quando si misero in cammino, in sella ai propri dromedari, il quarto Magio aveva deciso di portare a Gesù bambino una collana di perle. Nel viaggio verso Israele, però, egli incontrò diverse persone bisognose, a cui decise di donare una perla, perché li aiutasse a combattere la povertà. La sua generosità, però, gli costò il suo intero regalo: giunti a metà strada, infatti, il quarto Magio si rese conto di aver esaurito le perle e – per evitare la vergogna di presentarsi al bimbo indicato dalla Cometa a mani vuote – l’uomo decise a malincuore di interrompere il suo viaggio.

Eppure, riferisce Francesca Fabris, il quarto Magio ebbe un sogno, in cui vide Gesù bambino ringraziarlo per avergli donato le perle. Il significato di questa leggenda è che ogni volta che si compie un gesto di generosità nei confronti di chi ha bisogno, lo si fa a Gesù bambino.

I re magi erano davvero re? E da dove venivano

La figura dei re Magi è avvolta da tantissimi racconti e leggende perché, in realtà, di loro si sa pochissimo.

C’è chi dice fossero dei ricchi uomini di scienza, potenti quanto un re. La loro provenienza è indicata soltanto nel Vangelo di Matteo, in cui è scritto un generico “Oriente”. Un’indicazione troppo imprecisa, tanto che la tradizione ha voluto fare un po’ di chiarezza, appioppando loro dei nomi tipici delle terre d’Oriente.

Prendendo un esempio dall’Italia, se un bambino si chiamasse Ambrogio, presumibilmente, si penserà che sia nato a Milano, se si chiamasse Salvatore, allora si penserà che sia originario di Palermo. Con lo stesso ragionamento, la tradizione ha assegnato ai re Magi il nome di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. Gaspare deriverebbe dal greco Galgalath, che significa “signore di Saba”, regno leggendario, a sud della penisola arabica, in Yemen, Melchiorre sarebbe la versione italianizzata del nome Melech, che nei tempi antichi della cultura semitica indicava il titolo di “Re”. Melech, quindi, poteva essere originario di una famiglia che parlava arabo, ebraico, o il cananeo-fenicio. Infine Baldassarre, da Balthazar, nome del mitico re di Babilonia.

Le interpretazioni dei nomi dei Magi sono tantissime. Alcuni studiosi, scavando ancora di più nell’etimologia dei loro nomi, invece di formulare delle ipotesi sulla loro provenienza, proporrebbero una traduzione diversa, per cui ogni nome indicherebbe una sorta di augurio per Gesù bambino.

Questa interpretazione deriverebbe dal significato che i nomi avrebbero nella antica lingua persiana. Infatti, Gaspare vorrebbe dire “venerabile maestro”, Melchiorre, invece, significherebbe “Il mio re è luce”, mentre Baldassarre deriverebbe da una sorta di invocazione: “Bel, proteggi il re”. Una preghiera in cui è presente il riferimento alla divinità degli assiri, Bel.

A quanto pare, questi illustri signori d’Oriente cambierebbero nome a seconda della tradizione di riferimento. In Siria, per esempio, i nomi con cui sono identificati i re Magi non sono Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, ma Larvandad, Hormisdas e Gushnasaph.

Che cosa significa Magio? È il sapiente!

Il termine “Magio”, singolare di Magi, è un titolo che serve a indicare il ruolo del sapiente. Gli esperti ritengono che comunemente erano chiamati Magi gli scienziati, custodi del sapere astronomico.

La conferma arriva proprio dal Vangelo di Matteo, in cui sono descritti come sapienti capaci di leggere i segni del cielo. Non è un caso che il motivo del loro viaggio è quello di fare visita con dei doni al bambino indicato dalla Stella Cometa. La presenza di questi Magi nel racconto del Vangelo è molto breve, perciò tutto quello che è legato alla loro figura ha un valore simbolico, un insegnamento da dare ai lettori.

A differenza del re Erode e di tutti i potenti del tempo, i Magi riconoscono la grandezza del fatto che un astro del cielo si sia mosso solo per indicare la nascita di un bambino. Un privilegio degno soltanto di un re!

Alla luce di questo i Magi decisero di affrontare il lungo viaggio, forti del loro spirito di osservazione e della loro intelligenza, consapevoli di stare andando incontro a qualcosa che va oltre qualsiasi loro immaginazione. Per questo non danno nulla per scontato: cercano il bambino della Cometa nei posti ricchi e sfarzosi, come in quelli più umili e non considerati da nessuno.

Sono loro, stranieri in terra straniera, a riconoscere e accogliere Gesù bambino, come il re dei Giudei, al contrario di re Erode, che conosceva il proprio regno come le sue tasche.

Qual è la differenza tra Erode e i Magi? Mentre il primo si è affannato a cercare un “rivale” al suo dominio nella Giudea, i Magi si sono affidati a quello che vedevano e sentivano, senza pregiudizi e fiduciosi nelle indicazioni della stella cometa.

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