Ha i basettoni più folti che abbia mai visto... e anche a sopracciglia non scherza! Non è ancora il vecchio signore barbuto che compare sui libri di scuola, nel capitolo sull'evoluzione delle specie, ma Charles Darwin è riconoscibilissimo anche oggi, 2 ottobre 1836, a soli 27 anni. Lo stavo aspettando da un po’, qui al porto di Falmouth, in Cornovaglia, quando finalmente la Beagle, il brigantino della Marina reale britannica su cui il naturalista ha viaggiato intorno al mondo, ha attraccato al molo. Lo intercetto mentre scende dalla passerella...
Sono state lunghe le sue vacanze, eh, dottor Darwin?
Vacanze? Altro che vacanze... Questo viaggio mi ha cambiato la vita!
Beh, sì, esiste persino un proverbio che dice: “la persona che parte per un viaggio, non è la stessa persona che torna”...
Il suo proverbio è un po’ riduttivo. Quel che intendo è che questi 5 anni di navigazione mi hanno aperto davvero le porte della conoscenza! Vede, mio padre desiderava che facessi il medico come lui, ma non tolleravo la vista delle orribili dissezioni dei cadaveri: all’Università mi sentii male due volte di fronte a quello spettacolo… Ero più un tipo da passeggiate in campagna, a osservare rocce e insetti, raccogliere coleotteri e minerali per le mie collezioni. Insomma: le scienze naturali erano la mia passione e cominciai a studiarle.
E il viaggio?
L’occasione della mia vita! Mi capitò a 22 anni: era l’autunno del 1831, ormai era tutto pronto per la partenza della spedizione scientifica organizzata dall’Ammiragliato britannico per i rilevamenti sulle coste inesplorate dell’America Meridionale e dell’Australia. Ma all’improvviso il naturalista di bordo diede forfait: mi venne offerto il suo posto e lo presi, anche se sapevo che non avrei ricevuto alcuno stipendio... Fu la scelta migliore che potessi fare. Ho raccolto centinaia di campioni e osservazioni e ora, dopo 5 anni, sono tornato con i taccuini e i libri pieni di appunti e di meravigliose scoperte!
Ce ne rivela qualcuna?
Tanto per cominciare in Patagonia ho trovato dei fossili: sono ammoniti, le conchiglie di alcuni molluschi marini vissuti circa 195milioni di anni fa, che si sono estinti insieme ai dinosauri. Sono utilissimi per datare gli strati geologici della terra... Ma il vero paradiso delle scienze naturali è stato l’arcipelago delle Galapàgos, al largo dell’Ecuador: le isole sono abitate da tartarughe giganti, fringuelli e -, può crederci? -persino l’iguana marina!
Uh, affascinante...
Può ben dirlo: per quanto disgustosa, è l’unica lucertolona, lunga un metro e mezzo, che vive sia sulla terra che nel mare e che è capace di rimanere sott’acqua anche 30 minuti per cercare cibo... Non lo trova incredibile? Anche se alla fine credo che i fringuelli mi daranno ancora più soddisfazione...
In che senso, mi scusi?
Beh, ho notato che i fringuelli delle Galápagos, anche se appartengono alla stessa specie sono un po’ diversi fra loro: i loro becchi hanno forma e dimensioni differenti a seconda dell’isola in cui abitano e del cibo che vi trovano. Quel che mi frulla in testa è questo: sembra quasi che la loro specie si sia evoluta per adattarsi meglio all’ambiente in cui vive... Mi pare qualcosa di molto importante su cui riflettere.
Non sono sicura di aver capito...
Mettiamola così: in Natura vince chi si adatta meglio all’ambiente in cui vive, non il migliore della propria generazione. Per esempio: il più bello dei fringuelli non potrà mai competere con il fringuello più bravo a procurarsi da mangiare. In altre parole, le specie che sopravvivono sono quelle che, mutando, si sono meglio adattate all’ambiente. In realtà penso che tutti gli esseri viventi siano sottoposti a lenti ma continui cambiamenti, di generazione in generazione: è questa l’evoluzione! Persino noi uomini, che crediamo di essere al centro del Creato, siamo solo il risultato dell’evoluzione della nostra specie.
L’EVOLUZIONE DELLA SPECIE
Dopo 20 anni di esperimenti e limature alla sua teoria, nel 1859 Darwin pubblicò il suo saggio più famoso: L’origine delle specie per selezione naturale. Nel libro spiegò la propria idea sull’evoluzione delle specie animali e vegetali, sostenendo che questa avveniva attraverso l’accumulo di piccoli e graduali cambiamenti casuali. Gli individui della specie con mutazioni che permettevano loro di sopravvivere meglio nel loro ambiente erano quelli che riuscivano a riprodursi di più e a trasmettere ai discendenti quella stessa utile mutazione. L’opera di Darwin fu molto apprezzata dalla comunità scientifica e, nonostante le modifiche cui è andata (e va ancora) incontro, la teoria dell’evoluzione per selezione naturale nata dalle riflessioni di Darwin rimane la base e il presupposto scientifico per lo studio della vita e della sua evoluzione.
CARTA IDENTITÀ