La Breccia di Porta Pia è uno degli episodi più celebri del Risorgimento italiano e riguarda l'annessione di Roma al neonato Regno d'Italia.
Il 20 settembre 1870 infatti, l'esercito italiano aprirono un varco - una breccia appunto - attraverso le mura aureliane dell'Urbe, proprio di fianco alla Porta Pia, riuscendo a penetrare nella città e ponendo fine al governo del Papa, che fino a quel momento aveva tenuto i possedimenti pontifici fuori dai confini italiani. L'anno successivo, nel 1871, Roma poté dunque divenire la vera capitale d'Italia.
Ma vediamo cosa accadde di preciso...
Dopo il successo della Seconda Guerra d'Indipendenza (1859)e la spedizione dei Mille di Garibaldi (1860), nel 1861 l'Italia era finalmente stata proclamata unita sotto la reggenza della Casa Reale dei Savoia. Non tutto lo Stivale però era stato interessato da questo processo di unificazione.
Roma infatti era ancora la capitale di ciò che restava dello Stato Pontificio che per secoli i Papi avevano governato come dei veri e propri sovrani e l'allora detentore del Soglio di Pietro, Pio IX, non aveva alcuna intenzione di rinunciare all'indipendenza dello Stato della Chiesa.
Per anni dunque il nuovo governo italiano dovette rinunciare a vedere sventolare il tricolore sulla Città eterna, anche perché il Papa poteva contare sull'appoggio di Napoleone III, cattolicissimo imperatore francese che benché nel corso della Seconda Guerra d'Indipendenza avesse ricoperto un ruolo fondamentale nella vittoria sugli austriaci, era fermamente convinto del del fatto che Roma dovesse rimanere nelle mani della Santa Chiesa.
L'esercito francese era insomma un osso troppo duro per il giovanissimo Regno d'Italia. Ma le cose stavano per cambiare.
Nell'estate del 1870 infatti la Francia entrò in rotta di collisione con la nuova potenza militare d'Europa, la Prussia. Lo scontro passato alla storia come guerra franco-prussiana si concluse con la Battaglia di Sedan (30 agosto-2 settembre 1870), dove l'esercito francese venne spazzato via dalle organizzatissime truppe prussiane e lo stesso Napoleone III venne fatto prigioniero.
Tale sonora sconfitta fu fatale per l'impero francese: nel giro di poco tempo venne proclamata la Terza Repubblica Francese, Napoleone III fu spedito in esilio e i prussiani vittoriosi poterono dar vita alla nuova Germania unificata. Inoltre, senza più l'imperatore a sostenere il Papa, l'occasione si fece ghiotta anche al di qua delle Alpi...
Approfittando della caduta del più potente sostenitore dello Stato Pontificio, il governo italiano decise di inviare velocemente l'esercito per occupare l'Urbe. A comandare i circa 50.000 soldati che calarono su Roma era il generale Raffaele Cadorna, il cui figlio Luigi sarà uno dei protagonisti della Prima Guerra Mondiale sul fronte italiano.
Così, dopo qualche giorni di trattative per prendere pacificamente la città, il 20 settembre 1870 partì l'attacco dei bersaglieri italiani che portò all'apertura di un varco di circa 30 metri attraverso le mura accanto a Porta Pio e la conseguente invasione della città. L'indomani tutta Roma era in mano all'esercito italiano e dal 27 settembre, quando le truppe regie presero anche Castel Sant'Angelo, il dominio del Papa si ridusse al solo Vaticano.
Per anni cronisti e storici risorgimentali alimentarono il mito della Breccia di Porta Pia, simbolo dell'eroismo e della determinazione italiana, ma in realtà i pochi soldati a difesa del Papa opposero una resistenza pressoché nulla.
Pio IX - così come i suoi successori fino al 1929, data dei Patti Lateranensi - non riconobbe il nuovo Stato italiano, ai suoi occhi usurpatore di un potere divino. Tuttavia nel 1871 Roma poté finalmente diventare capitale del regno d'Italia.