Gli Assisi erano un popolo nomade che si stabilì a nord della Mesopotamia, nel territorio di Assur intorno al 2000 a.C. Erano pastori, ma soprattutto feroci guerrieri.
Si resero protagonisti di stragi terrificanti e violente distruzioni: uccidevano le popolazioni conquistate o le trasferivano in altre zone. Ma una nuova scoperta lascia supporre che siano stati molto diplomatici, più di quanto si sia pensato finora.
Almeno questo è ciò che suggerisce la rara incisione che è stata trovata in un complesso di gallerie sotterranee nel sud-est della Turchia.
L’inaspettato ritrovamento, in realtà, risale al 2017, a Başbük, un villaggio a poco più di cento chilometri dal confine con la Siria. Il sito archeologico però, è situato sotto una casa privata a due piani. Durante gli scavi per la costruzione è stata trovata una fitta rete di gallerie, con delle incisioni all'apparenza molto antiche.
I proprietari però non dichiararono il ritrovamento alle autorità, anzi, costruirono un tunnel di collegamento con la casa: intuirono che si trattasse di una scoperta importante e pensarono di trarne vantaggio.
Quindi scattarono varie foto alle pareti da mostrare ai possibili acquirenti. La notizia in breve tempo diventò "virale" e arrivò fino alle orecchie delle autorità turche che dopo un sopralluogo, sequestrarono il sito e arrestarono i “furbacchioni” con l’accusa di spoliazione di reperti archeologici di epoca neo-assira.
Le incisioni rappresentano almeno otto divinità, tra cui Hadad, il dio mesopotamico delle tempeste, Sîn, il dio della luna, Šamaš, il dio del sole e Atargatis, la dea della fertilità.
Lo studio, condotto da Mehmet Önal dell’Università di Harran e dal suo team, è stato pubblicato sulla rivista Antiquity l’11 maggio scorso.
Nel pannello sono rappresentate scene risalenti all’VIII secolo a.C., periodo in cui il regime assiro, occupava questa parte dell'Anatolia. È evidente la mescolanza delle culture e di stili.
Osservando il pannello si nota che la figura più definita e più importante, è quella di Hadad che occupa la metà dell'altezza totale dello spazio a dispozione, cioè 2,50 metri.
Si intuisce anche che la figura non è finita perché si nota lo spazio non disegnato da utilizzare per completare il resto del corpo.
Le incisioni sono profonde circa un millimetro e sono dipinte di nero, sembrano dei bozzetti su cui poi doveva essere scolpita la figura, mai stata completata. Secondo Mehmet Önal l’opera finale avrebbe dovuto essere un bassorilievo.
Sebbene alcune caratteristiche degli dèi siano tipicamente assire, come si nota dalle loro pose rigide e dallo stile tipico della barba e dei capelli.
Altri dettagli invece riflettono forti influenze dalla cultura aramaica locale come le parole e i nomi degli dèi scritti in aramaico, invece che in assiro.
Gli scienziati suppongono che lo stesso complesso sotterraneo, costituito da diverse centinaia di metri di cunicoli scavati nella roccia, scalinate e gallerie non sia stato ultimato e ipotizzano che la costruzione si sia interrotta inaspettatamente per un grave motivo.
Tra le ipotesi gli studiosi pensano possano essere stati i disordini nella regione o addirittura un passaggio di potere.
Gli Aramei avevano vissuto nella regione per secoli prima di cadere sotto il dominio dell'Impero assiro nel X secolo.
I re assiri ridussero i governanti di queste città-stato allo condizione di vassalli, trasformando semplicemente i regni in province.
Gli scienziati quindi hanno dedotto che gli assiri non abbiano imposto completamente le loro tradizioni, anzi, avrebbero preferito mescolarle con quelle locali per "ragioni diplomatiche".