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Storia di Nerone, l’imperatore romano dalla cattiva fama

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Nerone è stato uno dei più amati e allo stesso tempo odiati imperatori dell'antica Roma. Il popolo lo amava, gli avversari dicevano che era matto. Ma chi era, davvero, Nerone?

L'imperatore romano Nerone (37 - 68 d.C.) è stato un personaggio complesso pieno di contraddizioni: un pazzo ha incendiato la città, racconta la leggenda, ma anche un uomo amante dell'arte e della bellezza. Un despota megalomane ma, allo stesso tempo, amato dal popolo per la riforma tributaria e monetaria che diedero vantaggi ai più poveri.

CHI ERA NERONE?

Nerone fu l'ultimo rappresentante della dinastia Claudia (quella dei primi cinque imperatori di Roma), sprofondata con gli anni nel delirio e in un crescendo di omicidi.

Il vero nome di Nerone era Lucio Domizio Enobarbo. Nacque ad Anzio il 15 dicembre del 37 d.C. da Agrippina e Gneo Domizio Enobarbo.

L'imperatore Caligola, che morì nel 41, era fratello di Agrippina, quindi era zio di Lucio Domizio. Dal 49 Lucio Domizio ebbe come precettore un senatore: il filosofo Lucio Anneo Seneca. Nerone amò molto il suo maestro: grazie a lui divenne colto ed ebbe un pensiero illuminato che che cercò di applicare quando divenne imperatore.

NERONE E AGRIPPINA

Nell'anno 49 d.C. Agrippina sposò lo zio di Lucio Domizio, l'imperatore Claudio. Il suo desiderio era di vedere il proprio figlio diventare imperatore. Agrippina era molto ambiziosa e fece di tutto per conquistare il potere per il figlio e per sé stessa. La sua idea era che le mogli degli imperatori, di solito, venivano uccise se diventavano scomode. Le madri, invece, avevano più libertà di azione per conquistare il potere.

ll 25 febbraio dell'anno 50 d.C. Lucio Domizio venne adottato da Claudio e prese il nome di Nero Claudius Drusus Germanicus. Da subito Agrippina fece in modo che la strada di Nerone verso il potere fosse assicurata: lo fece sposare a sedici anni, nel 53d.C., con la dodicenne Ottavia, la figlia di Claudio.

Il 12 ottobre del 54 d.C. Claudio morì. Probabilmente avvelenato da Agrippina con dei funghi velenosi. E così, a 16 anni e dieci mesi, Nerone divenne imperatore.

Nel 55d.C. il quattordicenne Britannico, figlio di Claudio e possibile minaccia per Nerone (era il figlio naturale), morì durante un pranzo. Si disse che fosse stato colpito da un attacco di epilessia. Forse, invece, fu avvelenato da Agrippina che temeva le rivendicazioni del ragazzo al trono di Roma. I primi cinque anni del principato di Nerone sono considerati uno dei periodi più felici dell'Impero. Su indicazioni di Seneca, l'imperatore fece molte riforme che aiutarono il popolo.

Con il passare del tempo, però, in Nerone si scatenarono paranoia (una malattia psichica che porta al delirio) e magalomania (la tendenza a ritenersi al di sopra di tutti). Convinto di essere un grande poeta obbligava il popolo ad assistere alle sue esibizioni.

L'UCCISIONE DELLA MADRE E IL REGNO DISPOTICO

Nel marzo del 59 d.C Agrippina venne uccisa su ordine dl figlio, forse su consiglio del suo maestro, Seneca. Nerone si giustificò dinanzi al Senato affermando che Agrippina aveva congiurato contro di lui e contro lo Stato.

In effetti pare che Agrippina avesse intenzione di detronizzare l'imperatore - che l'aveva allontanata dal potere - e di mettere al suo posto un altro uomo con cui intendeva risposarsi. Nerone, però, pagò a caro prezzo il matricidio e fu tormentato da tremendi incubi per il resto della vita, prezzo dell'orrendo delitto.

L'uccisione della madre cambiò profondamente l'imperatore e segnò l'inizio di un governo dispotico, raccontato dagli storici antichi  uno dei più vergognosi che Roma abbia mai avuto. Infatti, liberatosi dal controllo della madre, Nerone cominciò a soddisfare ogni suo capriccio, mantenendo però sempre un occhio di riguardo nei confronti del popolo, il cui consenso gli garantiva il mantenimento del potere. Per questo nel 63/64 d.C varò una riforma tributaria e monetaria che avvantaggiò le tasche delle classi sociali più basse.

Intanto però nelle stanze dei palazzi imperiali, Nerone continuava a farne di tutti i colori. Nel giugno del 59 d.C ripudiò la moglie Ottavia e sposò Poppea Sabina, moglie di Otone (amico di baldorie del giovane imperatore). Ottavia fu esiliata, ma il popolo scese in piazza per manifestare in suo favore. Nerone, allora, la fece uccidere e mentì dicendo che si era suicidata.

L'INCENDIO DI ROMA

La notte del 19 luglio del 64 d.C, era una notte di luna piena, un incendio divampò a Roma. Il rogo durò sei giorni, sembrò spegnersi e poi riprese vigore e durò altri tre giorni: la città fu in gran parte distrutta. Si pensò che fosse stato l'imperatore stesso a dare l'ordine di iniziare l'incendio. Oggi gli storici pensano che che l'accusa fosse falsa (Nerone non era nemmeno in città), ma quello che è certo è che Nerone accusò del disastro i cristiani.E così iniziò la loro persecuzione.

Dopo l'incendio Nerone fece iniziare la costruzione di molte opere pubbliche e di un'enorme villa, un palazzo smisurato chiamato Domus Aurea, la cui ricchezza stupisce i visitatori ancora oggi.

LA CONGIURA FALLITA CONTRO NERONE

Nell'anno 65 d.C venne scoperta una congiura per uccidere il tiranno e fare imperatore al suo posto il senatore Gaio Calpurnio Pisone. I congiurati erano senatori e cavalieri appoggiati da ufficiali della guardia pretoriana, la guardia personale dell'imperatore. Dei 41 partecipanti alla congiura diciotto morirono, gli altri 23 vennero esiliati o perdonati. Pare che tra i congiurati ci fosse anche Seneca. A quest'ultimo venne dato l'ordine di togliersi la vita e lui si suicidò bevendo della cicuta, un veleno estratto da una pianta.

Sempre nello stesso anno Poppea Sabina, la seconda moglie di Nerone, morì. Probabilmente per una malattia durante la gravidanza.  Nerone si risposò con Statilia Messalina  mentre congiurati nemici dell'imperatore continuavano a tramare contro di lui. Così, poco a poco, Nerone non ebbe più sostenitori in città.

LA DEPOSIZIONE E LA FUGA

L'8 giugno dell'anno 68 d.C, i senatori deposero Nerone e lo dichiararono nemico pubblico: significava che chiunque lo avesse incontrato lo avrebbe potuto uccidere senza conseguenze legali.

Il giorno dopo, l'ormai ex-imperatore scoprì che le guardie personali non presidiavano il palazzo e sua moglie Statilia Messalina era scomparsa. E così, abbandonato da tutti, fuggì dalla città con pochi fedelissimi e si rifugiò in campagna. Il giorno dopo, il 9 giugno, prima di essere catturato dai pretoriani si suicidò. Aveva 30 anni.

Nerone aveva regnato sui romani 13 anni: con la sua morte si aprì la prima grave crisi per la successione all'Impero.

NERONE ERA DAVVERO COSÌ CATTIVO?

Oggi la storiografia è più indulgente con l'imperatore di quanto fosse stata in passato. Fino a poco tempo fa infatti Nerone era considerato non solo l'artefice dell'incendio di Roma, ma quasi un demonio che gettò l'Impero in un regime di terrore. In realtà oggigiorno gli storici moderni riconoscono come in realtà il sovrano, pur avendo una personalità piuttosto instabile (di certo non sarebbe la persona con la quale vorremmo fare un aperitivo in centro), fu anche un protettore delle Arti, un appassionato di sport - e lo sport allora era ancora più importante di quanto lo sia oggi - e un leader amatissimo dal suo popolo.

La tremenda immagine lasciataci dai cronisti antichi venne in parte influenzata sia dalla ferocia innegabile con la quale perseguitò i cristiani, sia dalla spregiudicatezza con la quale condusse i propri intenti politici, non facendosi scrupoli nel commettere delitti per raggiungere i suoi scopi (ma non è che gli altri imperatori romani fossero degli stinchi di Santo!). Il Senato infatti odiava Nerone e quindi quando quest'ultimo scomparve dalla scena, la classe dominante dell'epoca provvide in fretta a demolirne la memoria.

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