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Storia romana: cosa sono le Idi di Marzo?

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Storia romana: cosa sono le Idi di Marzo?
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Il 15 marzo del 44 a.C. veniva ucciso in Senato il grande Giulio Cesare. L'episodio segnò un punto di svolta così importante che il giorno dell'assassinio diventò celebre quanto lo stesso condottiero romano

Come mai le Idi di Marzo - una data che perfino nel calendario romano non rappresentava nessuna festività particolarmente importante - sono diventate così famoso da entrare nel nostro linguaggio comune? Beh, può capitare, se proprio in quel giorno viene ucciso uno degli uomini più famosi della Storia!

COSA SONO LE IDI DI MARZO

Le Idi (Idus in latino) del calendario romano erano i giorni che indicavano più o meno la metà del mese. I romani infatti non segnavano i giorni con un ordine progressivo ( 1 marzo, 2 marzo, 3 marzo ecc...) come facciamo noi, ma usavano nomi prestabiliti che designavano periodi fissi: le calende, ad esempio, segnavano il primo giorno di ogni mese, mentre le none - a dispetto del nome - cadevano il 5° e il 7° giorno in base alla lunghezza del mese.

Le Idi invece cadevano il 13° giorno a gennaio, febbraio, aprile, giugno, agosto, settembre, novembre e dicembre, mentre si tenevano il 15 del mese a marzo, maggio, luglio e ottobre.

Le idi di marzo, dedicate al dio Marte, sono quelle più conosciute da tutti, perché in quel giorno accadde un episodio destinato a cambiare la storia di Roma.

IL CESARICIDIO

Il 15 marzo del 44 a.C infatti, il generale Giulio Cesare, probabilmente l'antico romano più celebre di sempre, veniva assassinato con 23 pugnalate inferte da un gruppo di senatori che volevano fermarne l'inarrestabile scalata al potere assoluto.

Dopo la Guerra Civile (49 a.C - 45 a.C) e la definitiva vittoria sul suo rivale Pompeo, infatti, Cesare non aveva più ostacoli sul proprio e cammino e dopo aver assunto la carica di dittatore a vita nel 44 a.C ed aver persino designato un successore (proprio come un monarca), sembrava proprio in procinto di smantellare la vecchia Repubblica Romana per accentrate tutto il potere nelle mani di un solo uomo. Per questo un gruppo di sessanta senatori (che per alcuni storici però arrivò fino ad un numero vicino all'ottantina) ordì una congiura per fermare Cesare una volta per tutte.

A capeggiare i cospiratori furono Gaio CassioMarco Giunio Bruto, un giovane rampante che in passato era stato molto ben voluto dallo stesso Giulio Cesare.

Così, nel giorno delle Idi di Marzo del 44 a.C, quelli che poi verranno ricordati come i "cesaricidi" (gli omicidi di Cesare) attesero il dittatore alla seduta in Senato e lì, come scrisse lo storico latino Svetonio, lo pugnalarono 23 volte.

Sempre secondo Svetonio fu in quell'occasione che Cesare, vedendosi colpito anche da Bruto, pronunciò l'ultima ferale frase rivolta al suo ex-pupillo: «tu quoque Brute fili mi!» ("Anche tu Bruto, figlio mio!). In realtà però Svetonio riportò la frase in greco «Kai su teknòn» (Anche tu, figlio), ma la citazione venne poi rielaborata da altri storici e divenne famosa con la dicitura latina un po' "arricchita".

La morte di Cesare sconvolse il mondo romano ma non frenò la fine della Repubblica, ormai in piena crisi. La figura dell'uomo forte al comando venne ripresa dai due successori del condottiero che si contesero il potere, Marco Antonio e Ottaviano, e quando quest'ultimo prevalse, cominciò la lunga e gloriosa fase imperiale.

N.B: CESARE PRIMO IMPERATORE? NO

Cesare fu colui che preparò il terreno per l'ascesa dell'Impero, ma non fu mai imperatore! Fu Ottaviano, poi Ottaviano Augusto, il primo imperatore romano!