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Un tuffo nella Storia: 24 ore nel Rinascimento

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Siamo a Firenze, nell'epoca del Rinascimento. Ecco come viveva un garzone di otto anni nella bottega di un famoso pittore fiorentino

Ehi voi! Siamo nel Rinascimento... Scusate se non mi presento, ma ora proprio non ho tempo: non ho sentito i rintocchi delle campane all’alba e sono in ritardo! Da quando ho cominciato a fare il garzone nella bottega di Benozzo non mi è mai capitato di far tardi. Be’, è vero, in effetti sono passati solo pochi mesi, dal giorno in cui ho compiuto otto anni. È stato allora che mio babbo Battista, un orafo, ha deciso di mandarmi a bottega dal suo amico pittore perché imparassi il mestiere. Lui sa quanto mi piace disegnare e, dopo due anni di scuola, non aspettavo altro. Per questo, non mi importa se adesso non ho più tempo per giocare a palla o a far la guerra come quei bambini laggiù: io ormai sono un adulto.

BOTTEGAI E ARTISTI NEL RINASCIMENTO

In piazza San Giovanni alzo gli occhi verso l’enorme cupola del Brunelleschi: ne parlano tutti a Firenze, ma oggi non posso fermarmi a chiacchierare con gli operai. Sono quasi in piazza del Mercato Vecchio, posso già sentire il rumore dei carri, il vociare dei bottegai, dei mercanti, dei frati che predicano e della gente che li ascolta. Anche i vicoli stretti del centro cominciano ad animarsi e devo farmi largo a gomitate tra le donne e le loro sporte: tutto sudato, eccomi alla bottega del mio maestro. Appena in tempo! Apro i battenti, metto da parte i sacchi di grano e la botte di vino che ieri ha ricevuto come pagamento per un ritratto e, poi, per un attimo mi fermo incantato a guardare la tela a cui sta lavorando: solo tra alcuni anni potrò dirmi suo discepolo, ma ce ne vorranno almeno altri 10 per diventare maestro e aprire una mia bottega. Dietro di me qualcuno si schiarisce la voce: «Piero di Battista!». Mi giro di soprassalto: è il maestro, sorride. «Vai dallo speziale a comprarmi dell’olio di lino e i semi di robbia, ragazzo. Oggi mi preparerai un po’ di colore». Prendo le monete e corro in strada: sono felice, adoro la spezieria coi suoi odori misteriosi e pungenti e tutti quei vasi e alambicchi in ordine sugli scaffali. Decido di prendere la strada che passa di fronte al forno: che profumo. Il pane senza sale: non c’è niente di più buono.

MODA DEL 400 DURANTE IL RINASCIMENTO

Mentre torno in bottega, non posso non notare un gruppo di ragazzi vestiti alla moda: sicuramente sono dei ricconi. Anche se la casacca mi va grande e la mia larga calzamaglia di lana pizzica e mi scende, non farei mai cambio con la loro giacchetta corta e con quella zamaglia attillata, con le gambe di colore diverso. Ok, sarò sincero: vorrei anch’io un mantello e gli stivaletti di pelle alti fino al polpaccio, ma aspettate che diventi un grande pittore e vedrete! Appena rimetto piede in bottega, le campane suonano due volte. La mattina è volata: sono le 11, ora di pranzo. Vado a divorare pane e uovo sodo sulle scale di una chiesa. Davanti a me due ragazzi giocano al civettino: a turno uno blocca il piede dell’altro e poi volano i ceffoni. È davvero divertente.

PER IL ROSSO, SEMI TRITATI

Il pomeriggio scorre tranquillo in bottega: il maestro dipinge e chiacchiera con gli amici che vengono a trovarlo, mentre io preparo i colori, un compito molto importante. Macinando bene nel pestello i semi opachi della robbia ottengo un rosso brillante, che poi mescolo con l’olio di lino: Benozzo è soddisfatto. Quando ho finito, un’ora prima del tramonto, mi fa cenno che posso andare: è un po’ prima del solito, così decido di farmi un giretto. Arrivo in piazza Santa Croce e... non ci posso credere: una partita di calcio! In campo ci sono 54 giocatori, divisi in due squadre. Decido in un attimo: mi fermo a tifare. E pazienza se mia madre mi farà saltare la cena.

RINSCIMENTO: UN'ESPLOSIONE DI ARTE E CULTURA

All'inizio del XV secolo, ma secondo alcuni storici già nella seconda metà del Trecento, a Firenze artisti e intellettuali misero in discussione la vecchia cultura medioevale. Decisero di recuperare le antiche opere d’epoca classica per reinterpretarle a modo loro: iniziò così il Rinascimento, un periodo caratterizzato dall’arte e della cultura che, dalla Toscana, si diffusero nel resto d’Europa, sopravvivendo fino alla fine del XVI secolo. Tra i più famosi pittori, scultori, architetti e letterati rinascimentali ci furono Filippo Brunelleschi, Masaccio, Donatello e Benozzo Gozzoli, Beato Angelico, Bramante, Antonello da Messina e Andrea MantegnaLeon Battista Alberti, RaffaelloMichelangelo, Leonardo da Vinci e Botticelli. Nel 1461, l’anno in cui si svolge il nostro racconto, regnava su Firenze Cosimo de’ Medici: fu però sotto la guida di suo nipote Lorenzo, detto il Magnifico, tra il 1469 e il 1492, che la città raggiunse il suo massimo splendore.

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