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1917, la Rivoluzione Russa: fatti e date dell’evento che cambiò la Russia e il mondo intero

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Nel 1917, esattamente cent'anni fa, scoppiò la Rivoluzione che rovesciò lo zar e avviò il processo di nascita dell'Unione Sovietica, la super-potenza comunista che sarà protagonista di tutto il Novecento. Scopri tutto con Focus Junior!

Il 1917 fu un anno di svolta per l'intera storia mondiale. In quell'anno infatti, con la Grande Guerra che impazzava nel cuore dell'Europa, si verificarono due eventi che avrebbero cambiato il destino della politica internazionale per tutto il XX secolo. Il primo fu l'ingresso nel conflitto da parte degli Stati Uniti i quali, schieratisi al fianco di Inghilterra, Francia e Italia, prepararono il terreno per diventare la nuova guida del mondo occidentale. Il secondo invece avvenne molto più a est e sancì la nascita della super-potenza che avrebbe conteso proprio agli USA il ruolo di leader mondiale. Stiamo parlando ovviamente della Rivoluzione Russa!

LE PREMESSE

Nel 1917 la Russia era un Paese arretrato e sull'orlo del collasso. Governata per secoli da dinastie di zar, i sovrani russi dai poteri pressoché assoluti, la Russia era rimasta una monarchia dai tratti medievali, con sistemi amministrativi e giudiziari antiquati, un'industria quasi assente, un Parlamento (chiamato Duma) privo di poteri effettivi e una popolazione numerosa ma povera e legata quasi esclusivamente  all'attività agricola.

La partecipazione alla Prima Guerra Mondiale non fece che peggiorare la situazione poiché oltre alla fame e agli sforzi per sostentare il numeroso (ma molto male addestrato) esercito, la Russia continuava a macinare pesanti sconfitte. Quando uscirà dal conflitto mondiale, infatti, il Paese avrà pagato il prezzo della guerra con oltre tre milioni e mezzo di morti, tra militari e popolazione civile!

Naturalmente tutto questo esasperò la maggior parte del popolo. Già nel 1905 i cittadini di San Pietroburgo si erano recati in massa davanti ai cancelli del Palazzo d'Inverno, dimora dello zar Nicola II, per reclamare un miglioramento delle condizioni lavorative, ma tutto venne represso nel sangue. Questa volta, però, la miccia dell'insoddisfazione era pronta a scatenare la rivoluzione!

LA RIVOLUZIONE DI FEBBRAIO

Fiaccati daIla mancanza di cibo e dei più elementari beni di prima necessità, i lavoratori delle fabbriche cominciarono il 23 febbraio uno sciopero generale nella capitale. Protagonisti dell'agitazione popolare erano i Soviet, comitati politicizzati di operai e lavoratori che orchestrarono le proteste

Lo zar Nicola II ordinò subito di reprimere queste manifestazioni, ma nel giro di poche ore quasi tutte le forze militari si unirono ai protestanti, distribuendo armi e liberando prigionieri. In pochi giorni la rivolta si estese a tutto l'Impero.

Con lo zar reso impotente, la Duma si riunì per formare un nuovo governo provvisorio e deporre definitivamente Nicola, che venne arrestato insieme a tutta la sua famiglia. Il nuovo governo che si venne a creare era l'espressione della borghesia moderata del paese e fu affidato al principe L'Vov , ma fin da subito dovette questi dovette vedersela con i rappresentanti dei Soviet rivoluzionari.

Questi erano a loro volta divisi in menscevichi, che volevano miglioramenti per il popolo attraverso riforme democratiche, e bolscevichi, che chiedevano una rivoluzione totale.

LENIN E I BOLSCEVICHI

All'inizio i menscevichi erano lo schieramento di maggior peso, poiché le loro posizioni moderate erano ben accolte anche dalla classe dirigente russa. Le cose però cambiarono con il ritorno in patria di Vladimir Il'ič Ul'janov, detto Lenin.

Lenin era un carismatico intellettuale che aveva fatto proprie le idee di Karl Marx e che dunque professava l'avvento di un nuovo ordine comunista, in cui tutto il potere sarebbe andato al popolo e a i lavoratori, e non più a pochi ricchi e nobili. Esiliato per le sue idee sovversive, Lenin era un punto di riferimento per coloro che lottavano per maggiori riforme sociali, specialmente i bolscevichi, i quali infatti prepararono il suo ritorno non appena la situazione divenne propizia. Fu un segnale decisivo.

Lenin tornò quindi in Russia nell'aprile 1917 e subito diffuse dieci linee guida (che passeranno alla storia come "Tesi di Aprile") su cui basare l'operato politico.

Secondo queste tesi, il proletariato (ossia i lavoratori delle fabbriche) dovevano abbattere il governo provvisorio, ancora in mano ai borghesi "parassiti", dare tutto il potere ai Soviet e porre fine alla guerra con la Germania. I contadini invece dovevano occupare le terre dei grandi proprietari terrieri.

In questo decalogo Lenin introdusse anche l'aggettivo "comunista" per definire il nuovo partito che si sarebbe venuto a creare. La rivoluzione entrava nel vivo!

UNA NUOVA FASE

Nonostante l'ingrossarsi della forza delle ali più estremiste, il governo provvisorio, che era passato nelle mani dell'ex ministro Kerenskij, continuava a inviare truppe al fronte con la Germania.

Il luglio 1917 però fu l'occasione per nuovi tumulti, con contadini, operai e soldati che chiedevano a gran voce l'uscita dalla Grande Guerra. Sedato il focolaio di rivolta, il governo provvisorio esiliò nuovamente Lenin, ormai troppo pericoloso.

In agosto però ci fu un tentativo di colpo di Stato da parte del generale Kornilov, che voleva far tornare i conservatori al potere e isolare i bolscevichi. Il colpo di mano fallì, ma la debolezza di Kerenskij ormai era evidente e i bolscevichi apparivano sempre più forti.

LA RIVOLUZIONE D'OTTOBRE

Lenin fiutò l'occasione e tornato clandestinamente a Pietrogrado, preparò la sua scalata al potere.

Una volta convinti anche i più dubbiosi all'azione, Lenin ed i suoi fedeli organizzarono i Soviet bolscevichi e il 24 ottobre 1917 scoppiò una nuova rivolta.

I bolscevichi occuparono in poche ore i punti strategici del potere e Kerenskij fu costretto alla fuga. Il giorno successivo il tumulto divampò a Mosca e in tutte le altre grandi città russe. Lenin costituì quindi un nuovo governo rivoluzionario Bolscevico e cominciò a porre le basi del nuovo ordine nazionalizzando le banche, le fabbriche e le proprietà agricole (che quindi divennero proprietà dello Stato). Parallelamente vennero arrestati tutti gli oppositori del nuovo regime e si diede inizio ad una serie di colloqui diplomatici per porre fine alla guerra.

La pace con la Germania venne raggiunta con il Trattato di Brest-Litovsk, con il quale però la Russia perdeva Polonia, Lettonia, Estonia e Lituania.

Ciò scateno una reazione contro i bolscevichi e nel 1918  si arrivò anche ad una guerra civile dalla quale però il governo bolscevico uscì intatto. Un nuovo ordine era nato e la Russia, che dal 1922 si chiamerà Unione Sovietica, sarebbe cambiata per sempre.

 

FONTI: Focus; Treccani; La Conoscenza Storica; Storia dell'Unione Sovietica

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