Il 14 luglio in Francia è festa nazionale, un po' come per noi la ricorrenza del 2 giugno: i francesi festeggiano la presa della Bastiglia, prigione e fortezza simbolo dell'Antico Regime in cui erano rinchiusi i prigionieri politici.
LA PRESA DELLA BASTIGLIA
Il 14 luglio 1789 i parigini occuparono la Bastiglia, che oggi non esiste più (ma c'è una fermata della metropolitana che la ricorda). Fu l'evento culmine della Rivoluzione francese, poco importante sul piano pratico, ma fondamentale dal punto di vista simbolico.
Non a caso, l'attentato terroristico che due anni fa ha colpito Nizza è avvenuto proprio il 14 luglio 2016. Quella data, infatti, per i francesi significa “libertà, uguaglianza e fraternità”, motto associato alla rivoluzione e alla Marianna (nella foto sopra, reinterpretata dal famoso artista Banksy), simbolo della Repubblica.
LA FRANCIA DI FINE SETTECENTO
Ma facciamo un passo indietro: nella seconda metà del XVIII secolo, la Francia viveva un periodo di crisi, con una perdita di prestigio della monarchia accompagnata da richieste di maggiore potere da parte del popolo.
Sul trono c'erano Luigi XVI e Maria Antonietta. Di quest'ultima, in particolare, è passata alla storia la celebre – e fastidiosa – frase (forse mai pronunciata, però): “Se non hanno più pane, che mangino brioche”.
Nel maggio 1789, Luigi XVI si decise a convocare gli Stati generali, un organismo di consultazione che però poco dopo, il 17 giugno, si autoproclamò Assemblea nazionale per poi diventare Assemblea nazionale costituente il 9 luglio.
LA RIVOLUZIONE
Fu questo l'episodio che diede il via alla Rivoluzione francese. Il re tentò di bloccare l'azione dell'Assemblea, che si era proclamata unica rappresentante della Francia, ma proprio in seguito alla ribellione parigina che portò alla presa della Bastiglia fu costretto a scendere a patti.
Intanto, la rivolta era divampata anche nelle campagne francesi con il risultato della fine dei privilegi feudali. Il 26 agosto 1789 l'Assemblea emanò la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, che ispirò poi la carta attuale voluta dall'Onu, e riformò l'amministrazione dello Stato.
Nel 1791 fu infine approvata la Costituzione, la legge fondamentale dello Stato, che sancì la nascita della prima monarchia costituzionale francese: l'Assemblea legislativa (simile alla nostra Camera dei deputati) aveva il potere di fare le leggi e di dirigere la politica del Paese, mentre al re spettava la nomina dei ministri e il diritto di sospendere una legge approvata dall'Assemblea; il potere giudiziario, infine, era affidato alla magistratura, indipendente.
All'epoca potevano votare solo gli uomini (maschi) che avevano compiuto 25 anni, ma quella del diritto di voto alle donne, arrivato molto tardi in tutto il mondo, è un'altra storia.
LA NASCITA DELLA REPUBBLICA
La Repubblica fu proclamata l'anno successivo, nel 1972, quando i sanculotti (coloro che non indossavano le culottes, i pantaloni tipici della nobiltà e dell'alta borghesia) s'impadronirono del Palazzo Reale, mentre l'Assemblea ordinava di imprigionare il re – che si stava dando alla fuga – con l'accusa di tradimento della patria.
Processato e condannato a morte, il re fu decapitato e la stessa sorte toccò poi alla regina. Alla ghigliottina finirono anche molti oppositori, tra l'autunno del 1793 e l'estate del 1794: un periodo per questo motivo definito “il Terrore” dopo il quale si aprì un momento più moderato, il cosiddetto "Termidoro", che portò a una nuova Costituzione (1795) con il potere a un Direttorio e l'Assemblea divisa in due Camere.
La Rivoluzione era finita, ma nella fragile Repubblica appena nata stava per verificarsi il colpo di Stato da parte del generale Napoleone Bonaparte.
FONTE Enciclopedia Treccani