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Scopriamo l’antica civiltà dei fenici

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Tutto quello che devi sapere su uno dei più importanti popoli del mondo antico: i fenici

Le prime notizie sui fenici arrivate fino a noi risalgono a moltissimo tempo fa, addirittura a 3.500 anni prima della nascita di Cristo. La civiltà vera e propria si sviluppò però più di mille anni dopo, più o meno dal 2000 a.C. in poi.

Quello fenicio, era un popolo “semita”, parlava cioè una lingua che assomiglia molto alle lingue ebrea, araba e aramaica . Dopo quasi duemila anni di ricchezza e prosperità, intorno all’anno 350 a.C., la civiltà si esaurì a opera di Alessandro Magno. Il grande condottiero macedone infatti, nel 333 a.c. conquistò Tiro, una delle città più ricche della Fenicia: la cultura e le tradizioni di questo popolo ormai decaduto furono perciò assimilate alla cultura ellenistica. Ma in quale regione si trovava la Fenicia?

I LUOGHI DEI FENICI

I fenici abitavano il territorio in cui oggi si estende il Libano e si caratterizzava come una stretta lingua di terra fra l’Asia e l’Africa, chiusa tra le montagne a est e il mar Mediterraneo a ovest. La fascia costiera è molto frastagliata: questo vuol dire che in diversi punti la montagna si getta nel mare formando isole e promontori. 

Il territorio è veramente molto stretto: la distanza massima tra roccia e mare è di 50 km (come tra Milano e Novara, per esempio). Queste caratteristiche hanno influenzato molto la civiltà fenicia: infatti in un territorio di questo tipo non era possibile, per esempio, dedicarsi all’agricoltura  perché mancava lo spazio per la coltivazione dei campi. D’altra parte la fortuna di questo popolo fu il mare, che permise loro di dedicarsi principalmente al commercio e di vivere per molti anni nel lusso.

Negli anni del loro massimo splendore, i fenici fecero molte conquiste e – nell’area del bacino Mediterraneo – arrivarono praticamente dappertutto, anche in Italia. Li troviamo infatti a “Panormo” (Palermo) e “Trapana” (Trapani), a Cagliari in Sardegna , a Ibiza e Gadir (Cadice) in Spagna, a Tunisi e Cartagine in Africa, a Tripoli e Beruta (Beirut) in Libano. E poi a Malta, Creta, Cipro e in molti altri luoghi.

UN POPOLO ROSSO PORPORA

L’economia fenicia era molto influenzata dalla posizione geografica. Il territorio su cui si trovavano era particolarmente fertile e ricco di foreste di cedri. Questa fu una caratteristica preziosa che facilitò parecchio il commercio: il vicino popolo egizio infatti non aveva legname sul proprio territorio ma aveva bisogno del legno per le sue cerimonie religiose. Inoltre i cedri permisero loro di costruire le flotte di navi utili per le loro attività commerciali: popolo di grandi navigatori, i fenici inventarono le navi “triremi”. Ancora oggi sulla bandiera del Libano spicca in primo piano un albero di cedro.

Lo storico Plinio il Vecchio attribuisce ai fenici l’invenzione del vetro: narra la leggenda che alcuni commercianti, che avevano acceso un fuoco sulla spiaggia, notarono che la sabbia si scioglieva in un fluido trasparente che, raffreddandosi, solidificava in vetro, appunto. In effetti i fenici erano abili artigiani del vetro , ne fecero gioielli e oggetti e lo commerciarono. Però pare che la scoperta di questo materiale risalga a molto tempo prima, a 1.500 anni prima della civiltà fenicia.

I fenici invece sono ricordati soprattutto per la porpora, a cui devono anche il nome (fenicio significa rosso). La porpora è un colorante che veniva estratto da alcuni molluschi marini, i “murici spinosi” (quelli che hanno la conchiglia con tante “punte” che sembrano aculei). Il murice ha una ghiandola che secerne un liquido incolore che, all’aria,  diventa rosso. Una volta ottenuto il rosso, il colorante veniva diluito con acqua di mare per formare le altre gradazioni, come il violetto, per esempio. Con questo prezioso colorante venivano colorate le stoffe che poi i fenici vendevano a prezzi altissimi  ai ricchi e ai nobili.

GLI INVENTORI DELL'ALFABETO

Alla cultura fenicia si deve un'invenzione importantissima, quella dell’alfabeto. Furono loro, infatti, a inventare il codice da cui derivò direttamente l’alfabeto greco e che poi, attraverso vari passaggi storici, contribuì a creare il nostro. L'alfabeto fenicio non aveva le vocali, che furono inventate successivamente, dai greci, che le trasmisero all’alfabeto etrusco, poi a quello latino e quindi al nostro.

I FENICI E LA RELIGIONE: BAAL

La religione fenicia era di tipo politeista: questo vuol dire che non esisteva un solo Dio, come per esempio nella religione cattolica, ma ne esistevano vari.

I più importanti erano El, Balaat e Baal. El era un dio grande e irraggiungibile. Balaat sua moglie, rappresentava la maternità e la casa. Baal era il loro figlio che moriva e risorgeva ogni anno per far cambiare le stagioni.

El aveva creato il mondo a forma di uovo: poi lo aveva fatto girare velocissimo, come una trottola , per creare il mare. Esistevano poi altri dei: Kusor (dio del mare), Misor (dio della giustizia), Shadrapa (protettore dei medici), Hijon (protettore degli artigiani), Dagon (dio del frumento), Reshef (dio dei fulmini). Gli dei fenici, però, non erano “buoni”: erano spesso crudeli ed esigevano sacrifici, soprattutto Baal.

LA NASCITA DI CARTAGINE

I fenici non furono mai un popolo “unito”: ogni città sorgeva e cresceva praticamente da sola, era  una città-stato circondata da barriere naturali che servivano a proteggerla dagli attacchi dei nemici. Aveva cioè un proprio sistema di governo e una propria economia.

A capo della città c’era un sovrano che deteneva il potere giudiziario e quello esecutivo. Il Senato invece decideva le leggi. C’erano poi i sacerdoti dei culti, con i loro riti, e la classe “mediana” a cui appartenevano i fenici benestanti che non partecipavano alle decisioni del sovrano ma avevano spesso potere politico.

Le città più importanti furono Tiro, Sidone e Byblos.

Non si conosce molto della storia fenicia perché purtroppo le fonti sono scarse. Si sa però che intorno all’anno 800 a.C. alcuni abitanti di Tiro, che non erano d’accordo con il governo della città, ne uscirono e fondarono Cartagine. I cartaginesi intrapresero poi molte guerre e conquistarono molti territori, combattendo anche contro Roma. La leggenda racconta che a fondare Cartagine fu una donna, Didone, che fece uccidere suo marito, il re, e ne prese il posto, quindi fuggì da Tiro e, accompagnata da un “esercito” di donne cretesi, raggiunse l’Africa e fondò Cartagine.