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Mostro di Loch Ness| Un gruppo di scienziati cercherà il suo Dna nelle acque del lago

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Mostro di Loch Ness| Un gruppo di scienziati cercherà il suo Dna nelle acque del lago

Un team di ricercatori neozelandesi attraverso le analisi del Dna ambientale riuscirà a individuare quali specie vivono nel lago di Loch Ness e se tra queste c'è oppure no il mitico mostro.

La scienza sta per svelare uno dei più grandi misteri della storia: quello del fantomatico mostro di Loch Ness.

A occuparsi del caso sarà una spedizione guidata dai ricercatori dell'università  di Otago (Nuova Zelanda). Gli scienziati preleveranno e analizzeranno l'acqua in modo da trovare tracce del Dna degli organismi che vivono nel lago.

Scopriranno il Dna di un dinosauro estinto o magari quello di un enorme rettile sconosciuto?

Il mito di Loch Ness è molto antico. La prima fonte risale allo scritto di un monaco irlandese che nel 566 raccontò di un abitante del luogo ucciso da  una "selvaggia bestia marina"..

Poi se ne tornò a parlare a fine Ottocento e altre segnalazioni avvennero ai primi del Novecento. Nel 1933 un giornale scozzese riferì che i coniugi McKay avevano avvistato "due grandi gobbe nuotare nell'acqua". Nello stesso anno, Hugh Gray scattò una foto del presunto mostro, mentre nel 1934, circolò un'altra immagine ancora più nitida, ma poi si scoprì che era un falso. Gli avvistamenti continuarono, ma non ci fu mai una prova concreta dell'esistenza del mostro.

A  giugno di quest'anno i ricercatori  inizieranno ad  analizzare le acque. La ricerca sarà estesa anche ad altri tre laghi, Garry, Morar e Oich, in modo da poter confrontare i risultati e vedere se nel lago di Loch Ness sono presenti tracce genetiche riconducibili ad animali preistorici o strani rettili.

"Sono aperto a ciò che scopriremo" ha commentato Neil Gemmell, lo scienziato a capo della spedizione. Anche se secondo il ricercatore è probabile che "pesci grandi come il pesce gatto o lo storione abbiano contribuito alla nascita del mito del mostro".

Ma queste analisi non si limiteranno alla caccia al mostro, infatti si potrà vedere se ci sono nuovi batteri o specie invasive nel lago.

"Qualsiasi creatura che si muova nel suo habitat lascia minuscoli frammenti del Dna presenti nella sua pelle, squame, piume, pelliccia, feci e urine. Questa tracce genetiche - ha detto il ricercatore - possono essere raccolte e il Dna può essere estratto, sequenziato e utilizzato per identificare gli esseri viventi confrontando le sequenze trovate con quelle presenti nelle grandi banche dati genetiche" ha spiegato Gemmel.

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