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Grazie ad una legge regionale del 2008 per valorizzare il territorio, la miniera, dismessa da anni, è stata "recuperata" e resa agibile per le visite del grande pubblico.

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L'ingresso della galleria del livello 7. Da qui i veri minatori hanno scavato la roccia per circa 125 metri alla ricerca dell'aureo metallo.

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La miniera di Chamousira detiene una certa importanza geologica perché è uno dei pochi siti italiani in cui si estraeva oro nativo, cioè quell'oro distribuiti all'interno di filoni di quarzo, estraibili a suon di picconate!

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Alla fine del percorso, tra le asse di legno che delimitano la zona visitabile, è possibile sbirciare come appariva il tunnel ai minatori prima del "restyling" per attirare i turisti.

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Benché scavata nella roccia, la galleria doveva essere sostenuta da assi e travi di legno per impedire crolli o cedimenti della struttura.

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In questa foto si vede con chiarezza la presenza dei filoni di quarzo (il minerale bianco), dai quali i minatori cercavano di estrarre l'oro nativo.

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La rotaia serviva per il trasporto dei carrelli che portavano all'esterno i detriti e le rocce scavate dai minatori. Il giacimento venne sfruttato perlopiù dagli inglesi all'inizio del '900 (il top di produttività venne raggiunto tra il 1903 e il 1906), per poi divenire un sito di ricerca, quasi esclusivamente a scopo scientifico, fino al 1983.

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All'inizio del tunnel si può notare una piccola nicchia dedicata a S.Barbara, santa protettrice dei minatori.

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A qualche chilometro da Brusson sorge il Forte di Bard, una maestosa fortificazione che, tra le altre cose, ospita uno spazio dedicato al Parco minerario.
Vi sembra un posto famigliare? Forse sì se siete appassionati di supereroi, perché è comparso nel film "The Avengers: Age of Ultron" come covo dell'Hydra!