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Agricoltura: che cos’è e perché è così importante

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Agricoltura: che cos’è e perché è così importante
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Senza l’agricoltura non esisterebbero città, economia, mestieri... e nel mondo ci sarebbero pochi milioni di persone

Cavoli e zucchine ci fanno schifo? Bè, proviamo a pensare che senza di loro e tutti gli altri vegetali coltivati ogni giorno da milioni di contadini non esisteremmo né noi né la civiltà che conosci. Già, l'agricoltura è proprio importante...

RIVOLUZIONE

È grazie all’agricoltura e alla possibilità di produrre cibo invece di andarlo a cercare in natura, infatti, che le famiglie furono in grado di fare e mantenere più figli, la popolazione aumentò... E così nacquero anche le città, i mestieri e le classi sociali (grazie alle scorte alimentari non tutti dovevano preoccuparsi del cibo e poterono dedicarsi ad altro), il commercio, l’economia... Anche per i vestiti che indossiamo dobbiamo spesso dire grazie ai contadini (lino e cotone, ad esempio, sono anche loro frutto del lavoro nei campi)

Ma come è cambiata l’agricoltura nel corso del tempo? All’inizio, i contadini sfruttavano il terreno fino all’esaurimento, coltivandolo solo con quello che serviva per il loro mantenimento e spostandosi da un’altra parte una volta che il campo non era più produttivo (agricoltura nomade). In seguito, per non spostarsi di continuo alla ricerca di altri terreni fertili, si scoprì la rotazione biennale (si semina il terreno un anno e quello dopo si lascia “a riposo”), si iniziò a irrigare i campi attraverso le prime canalizzazioni (6.000 anni fa) e vennero via via introdotti nuovi strumenti come l’aratro nuove piante come mais e patata (introdotte in Europa dopo la scoperta dell’America), che rendevano molto più produttivo lo sfruttamento del terreno, e nuovi “additivi” come i concimi minerali (dal 1850 in poi).

VITA NEI CAMPI

Se nel corso dei secoli l’agricoltura si è evoluta tantissimo, la giornata del contadino, al contrario, è cambiata poco. Sveglia all’alba, in modo da approfittare del sonno degli animali e delle condizioni della terra, che si “desta” dopo il cambio di temperatura fra la notte e il giorno; colazione intorno alle 9, pranzo alle 12 con cibi super energetici, cena intorno alle 6...

Ciò che è cambiato sono invece le condizioni di lavoro, almeno nel nostro Paese. Dal Medioevo, infatti, era molto diffusa la mezzadria, cioè un contratto secondo il quale il proprietario affida a un coltivatore (mezzadro) un terreno e, in cambio, ha diritto a metà del raccolto. Nel 1982, in Italia, i contratti di mezzadria sono stati tramutati in normali contratti d’affitto, ma in molti Paesi poveri la mezzadria è ancora diffusissima (circa il 50% della popolazione mondiale vive in aree rurali). Così come è ancora diffuso lo sfruttamento dei braccianti stagionali, purtroppo anche in Italia: pagati pochissimo e spesso trattati come schiavi.

NON SOLO CIBO

I prodotti della terra non servono solo per essere messi in tavola: sono stati anche alla base del guardaroba di mezzo mondo. Che cosa avrebbero indossato, infatti, senza cotone e lino i nostri antenati durante i periodi più caldi, quando non si potevano indossare pellicce e pelli? Anche da canapa (che dà protezione UV e ha capacità anti-batteriche), bambù, tencel (estratto dall’eucalipto) e sughero si possono ricavare dei vestiti. Da un po’ di tempo, inoltre, i prodotti della terra vengono usati anche come “benzina” per i veicoli: sono i biocarburanti, ottenuti da grano, mais, bietola e canna da zucchero.

 

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