Quante volte vi è capitato di scrivere, dire o usare gesti per dire OK? Ma cosa significa veramente e, soprattutto, quando è nato questo modo di dire? Ma perché si dice ok? Le ipotesi sull'origine di questa parola ormai entrata a far parte del nostro linguaggio sono tre. Vediamole insieme!
Praticamente in tutte le lingue del mondo si dice “ok”, usato ovunque come parola universale per dire che siamo d’accordo. Mentre per esempio alzare il pollice in segno di assenso non è condiviso proprio da tutti (in Iran, per esempio, equivale al nostro dito medio!), l’espressione okay è riconosciuta universalmente con lo stesso significato. In italiano, poi, è davvero diffusissima e ha sostituito praticamente il sì. Le ipotesi sulla diffusione di questo termine sono diverse, ma quel che è certo è che in Italia è stato formalmente riconosciuto dal 1931, quando già si trovava nel Dizionario Moderno di Alfredo Panzini, un intellettuale dell’epoca. Secondo lo studioso, ok significava “tutto va bene nella giovane America, tranne ciò che non va bene”.
Secondo alcuni, il termine "okay" deriva dalle elezioni presidenziali americane avvenute nel 1840. Uno dei candidati era Martin Van Buren, il presidente già in carica. Per vincere le elezioni, Martin utilizzò varie associazioni e una di queste si chiamava Old Kinderhook Club, O.K. Club. Cosa succedeva? I partecipanti tra di loro usavano l'espressione O.K. per dire che tutto sarebbe andato bene se Martin avesse vinto.
Secondo altri, invece, il termine okay sarebbe entrato nel linguaggio comune dopo la Seconda Guerra Mondiale. I militari americani, infatti, dopo le battaglie facevano un giro di perlustrazione per contare o recuperare i soldati rimasti uccisi. Alla fine scrivevano su una bandiera il numero dei morti seguito dalla lettera K, l'iniziale di "Killed" che in inglese significa "uccisi" . Quando, in rari casi nessuno era morto, sventolavano la bandiera con scritto OK". Ossia zero uccisi.
Un’altra ipotesi sull’origine della parola OK viene dalla Russia. Ok deriverebbe infatti dall'espressione Ochen’ Khorosho (che si pronuncia ocin harasciò), che gli scaricatori di porto di Odessa utilizzavano per avvertire che il carico era stato scaricato senza problemi, abbreviando con O.K. (che anche in cirillico si scrivono come in caratteri latini, a differenza della maggior parte delle lettere). Ochen’ khorosho significa infatti “molto bene”. In russo, però, l’espressione OK è poco usata: al suo posto si preferisce usare proprio khorosho, cioè bene.
Un’altra origine potrebbe avere una spiegazione simile: in greco si dice ola kalà per dire tutto bene, e come per il russo anche in greco O e K si scrivono allo stesso modo nonostante alfabeti diversi.
Le teorie sul perché si dica “ok” sono però davvero tantissime: tu ne conosci altre?