Che magia! Il mago ha trasformato un lago in due laghi
e la tartaruga corre a raccontarlo alle sue amiche tartarughe
che stanno riposando sotto un fungo, mangiando due funghi.
Ma attenzione: nel lago c'è un drago, anzi guardando bene sono due draghi!
In questa breve storiella ci sono un sacco di parole che finiscono in -ga e -go e, come avrete notato, tali parole formano plurali differenti. Come fare a non confondersi? Ve lo diciamo noi.
LA REGOLA
In Italiano le parole che finiscono al singolare con la G dura (-ga e -go) mantengono quasi sempre il suono duro anche al plurale. Per rendere la G dura davanti alle vocali E, I, si antepone l'H.
E il plurale dei nomi maschili diventa GHI, quello dei femminili GHE.
Alcuni esempi:
spiga - spighe
lago - laghi
sega - seghe
tartaruga - tartarughe
ago - aghi
mago - maghi
fungo - funghi
drago- draghi
spago -spaghi
bottega - botteghe
albergo- alberghi
castigo-castighi
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Nota bene: non seguono questa norma i nomi maschili che hanno la terzultima sillaba tonica che hanno il plurale in -gi, ad esempio: asparago-asparagi. Ma a questa regola ci sono molte eccezioni, come dialogo che fa dialoghi, naufrago- naufraghi, profugo-profughi.