Il numero zero è più vecchio di quanto si pensasse. Dall'ultima analisi al radiocarbonio del Bakhshali infatti, i ricercatori dell'Università di Oxford sono riusciti a far risalire alcuni frammenti del testo al periodo tra il III e il IV secolo d.C, ben cinquecento anni prima di quanto si pensava che lo zero avesse fatto la sua prima comparsa.
CHE COS'È IL BAKHSHALI?
Si tratta di un antichissimo manoscritto che fu rinvenuto per puro caso oltre un secolo fa in Pakistan (anche se all'epoca il territorio faceva ancora parte dell'India).
Il Bakhsahali è formato da 70 pezzi di corteccia di betulla e al suo interno è riportato in sanscrito, l'antica lingua indoeuropea, un vero e proprio compendio di matematica, con tanto di problemi e di esempi su come risolverli. Insomma, un testo d'algebra e aritmetica di quai 1800 anni fa!
LO ZERO PIÙ ANTICO
Proprio tra questi frammenti si è rivelata la presenza del numero "zero", il numero che rappresenta "il nulla numerico" e che, benché oggi venga dato per scontato, è un concetto essenziale per lo sviluppo di tutta la matematica che oggi conosciamo.
Tale numero, come tutti quelli che conosciamo, nacque in India e fu importato in Occidente dagli arabi (infatti noi conosciamo i numeri arabi, benché siano pensati in Oriente), ma fino a poco tempo fa si pensava che fosse stato codificato intorno all'VIII-IX secolo.
Il Bakhsahali invece è molto più vecchio, anche se non fu scritto tutto nello stesso periodo: alcuni frammenti infatti risalgono al 224-383 dC, altri al 680-779 dC e altri ancora al 885-993 dC.
«Oggi noi diamo per scontato che il concetto di zero venga utilizzato in tutto il mondo come chiave della costruzione del mondo digitale - ha commentato il professor Marcus du Sautoy, Professore di Mathematica ad Oxford - Ma la creazione dello zero come il numero che conosciamo, il quale evolse dai simboli puntati del manoscritto Bakhshali manuscript, fu una delle maggiori svolte nella storia della matematica»