Così come per noi umani le dita delle nostre mani sono il... pallottoliere naturale, ossia l’origine del sistema decimale che usiamo (è il più diffuso oggi e lo era anche nel passato) allo stesso modo, per gli extraterrestri, le loro sei dita potrebbero avere la stessa funzione delle nostre.
L’uomo, però, nei millenni ha adoperato anche numerazioni diverse. Alcuni popoli dell’Europa occidentale, i Maya e gli Aztechi utilizzavano per esempio sistemi a base 20, mettendo assieme le dita di mani e piedi.
Tracce di questo sistema si trovano ancora in alcune lingue: in francese il numero 80 è “quatre-vingts”, cioè “quattro volte 20”. I Sumeri, nel IV millennio a. C. adottarono i sessantesimi, tanto che ancora oggi vengono divisi su base 60 le ore, i minuti e i gradi degli angoli.
Nel mondo dei computer è invece in uso la base 2, che ha il pregio di richiedere solo due simboli per rappresentare tutti i numeri e rendere così semplici le operazioni al calcolatore. Con un unico difetto: per essere rappresentati anche numeri piccoli richiedono molte cifre.
E la base 12 dei marziani? Esiste anche sulla Terra e precisamente nel sistema britannico di pesi e misure. In questo sistema un piede, per esempio (pari a 30,48 cm), equivale a 12 pollici. La ragione di questa scelta curiosa è che il dito pollice veniva impiegato per contare sulle 12 articolazioni delle altre quattro dita.