Le usiamo tutti i giorni e non ce ne accorgiamo: sono le figure retoriche, dei "trucchetti" che usiamo nei nostri discorsi o nei nostri scritti per rendere più efficace (e d'effetto) il messaggio che vogliamo comunicare
Figure retoriche: cosa sono e a cosa servono
La "figura retorica" è un forma di espressione letteraria il cui scopo è creare un effetto - di significato o anche solo sonoro - all'interno di una frase. Il linguaggio quindi risulta artificiale, quasi forzato, rispetto alla lingua comunemente parlata. Si parla addirittura di deviazione dalla comune espressione.
Ti proponiamo dunque un breve elenco di alcune tra le figure retoriche più usate e conosciute, ma ricordiamo che sono tante e spesso tra loro si differenziano poco e sono facilmente confondibili. Scoprirai che qualcuna di queste figure, senza nemmeno saperlo, già la usi o già l'hai sentita anche tu!
Quali sono le figure retoriche?
Le figure retoriche possono essere:
- Figure fonetiche o Figure retoriche di suono: riguardano il suono di un gruppo di parole (es: allitterazione).
- Figure di parola: riguardano l'ordine delle parole all'interno di un verso o una frase (es: chiasmo).
- Figure retoriche di significato o di contenuto: riguardano il significato di una frase (es: metafora).
Le figure retoriche più comuni
- Allitterazione: quando due parole iniziano con o contengono le stesse sillabe, per rafforzare un suono duro o morbido.
Es: trentatrè trentini entrarono a Trento.
- Anafora: ripetizione di una o più parole all’inizio di una o più frasi, versi, periodi.
Es: Per me si va nella città dolente / Per me si va nell’eterno dolore / Per me si va tra la perduta gente (Inferno di Dante Alighieri)
- Antitesi: accostamento di due parole o frasi di significato opposto in una frase che così assume un tono solenne.
Es: vincere o morire.
- Antonomasia: usare un nome proprio per definire alcune caratteristiche tipiche di quel personaggio. L'antonomasia può anche n nome comune al posto di un nome proprio.
Es: Quel tipo è davvero un Casanova (Casanova era un noto donnaiolo e quindi si usa il suo nome per indicare tutti coloro che fanno tante conquiste amorose)
- Assonanza: a partire dalla vocale accentata sono uguali le vocali e diverse le consonanti.
Es: son solo / ma ugualmente volo.
- Chiasmo: disposizione incrociata dei termini di un enunciato in uno stesso verso.
Es: Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori (incipit de L'Orlando Furioso di Ariosto). Qui vi è un incrocio . un chiasmo appunto tra coppie di termini: Le donne + <>gli amori;i cavallier + l'arme.
- Climax: enumerazione in cui i termini sono disposti in ordine di intensità, ad esempio per favorire una crescente emozione o il suo contrario. Il climax può essere "spalmato" su un testo piuttosto lungo o anche in poche parole.
Es: Quivi sospiri, pianti ed alti guai (Inferno di Dante. Per raccontare con realismo la disperazione trovata all'Inferno, Dante usa un climax e sceglie termini via via sempre più gravi (si parte dai "sospiri" e si arriva agli "alti guai")
- Consonanza: quando le parole finali dei versi hanno, dopo l’accento tonico, le consonanti uguali ma le vocali diverse.
Es: una voce sento/poi odo il canto.
- Epiteto: attribuire ad una persona o ad un personaggio un aggettivo o un nomignolo ricorrente.
Es: spesso nell'Iliade viene riportato il Pelide Achille. Infatti Achille erra figlio di Peleo!
- Eufemismo: sostituzione di un’espressione troppo dura con una più gradevole.
Es: concimano i campi e tu dici: che profumo di natura...
- Iperbole: esagerazione voluta per rafforzare un concetto.
Es: vedi un amico che non incontravi da un po': sono secoli che non ci vediamo (è chiaramente un'esagerazione!)
- Litote: affermazione di un concetto mediante la negazione del contrario.
Es: Michele a scuola non va benissimo>.
- Metafora: paragone abbreviato.
Es: sei bella come il sole. Per altri esempi vedi link.
- Onomatopea: parole ad imitazione di un suono naturale o di oggetto.
Es: una certa acqua minerale aiuta a fare "plin-plin".
- Ossímoro: accostamento di parole di senso opposto, che sembrano incompatibili tra loro (è un tipo di antitesi). Es: aveva uno sguardo di ghiaccio bollente.
- Pleonasmo: uso superfluo di qualche termine.
Es: a me mi... ma questo a te generalmente i prof lo considerano errore, ricordatelo!
- Similitudine: paragone tra due immagini solitamente introdotto da nessi.
Es: sei furbo come una volpe!
Le figure retoriche nelle canzoni?
Le figure retoriche sono molto usate in letteratura e poesia, ma nulla ti vieta di usarle adeguatamente nei temi, una volta imparate bene.
Inoltre le troviamo anche nei testi delle canzoni (in fondo anche la musica è poesia), in quanto anch'essi, spesso, si servono di questi artifici per arricchire e amplificare il loro significato all'interno della metrica musicale.
Esempi
- Metafora e similitudine
"E piovono baci dal cielo
Leggeri come fiori di melo"
Zucchero Fornaciari, “Indaco dagli occhi del cielo”
- Antitesi
"Mio fratello è figlio unico"
Rino Gaetano
- Anafora
"Ho ancora la forza che serve a camminare, […]
ho ancora quella forza che ti serve quando dici: “Si comincia !”
Ho ancora la forza di guardarmi attorno
Luciano Ligabue, "Ho ancora la forza"
- Ossimoro
"A te che hai reso
la mia vita bella da morire"
Jovanotti, "A te"