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FocusJunior.itScuolaItalianoGrammaticaCome e quando si usa l’apostrofo?

Come e quando si usa l’apostrofo?

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Come e quando si usa l’apostrofo?
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Che cos'è l'apostrofo? Come si usa? Quando va messo e quando no? Ve lo spiega Focus Junior!

Dopo il nostro viaggio nel mondo sconosciuto della lettera H, oggi affrontiamo un altro sentiero pericoloso e incontreremo coloro che, tra i tanti problemi, ne hanno uno in particolare: come usare l'apostrofo.

A cosa serve l'apostrofo?

Nella lingua italiana l'apostrofo (')  è il segno grafico  che segnala la presenza di un fenomeno linguistico chiamato elisione.  

Elisione è un nome di origine latina e significa eliminazione, caduta, cancellazione. L'elisione, in grammatica, è la caduta della vocale finale non accentata di una parola davanti ad un'altra parola che inizia per vocale o per la lettera H. Questa caduta viene SEMPRE indicata graficamente con la scrittura di un apostrofo in corrispondenza della vocale eliminata.

Quando non serve?

L'apostrofo non si scrive quando, anziché di fronte a un'elisione, ci troviamo davanti a un TRONCAMENTO.

Il troncamento, o apòcope, è l'eliminazione dell’ultima vocale non accentata di una parola o dell’ultima sillaba non accentata di una parola e NON richiede l’apostrofo, se non in pochi casi che vedremo in seguito.

Per esempio:

  • Qual al posto di quale
  • Amor al posto di amore
  • San al posto di santo
  • Gran  al posto di grande
  • Dottor al posto di dottore

Sono tutti troncamenti

La maggior parte delle volte il troncamento si trova davanti a una parola che comincia per consonante .

Per esempio:

  • Signor Rossi
  • Amor mio
  • Mar Nero

In questi casi, perciò, è semplice distinguere il troncamento dall'elisione: non esiste elisione davanti a parola che comincia per consonante. Più difficile invece è la distinzione - e dunque, la scrittura corretta - di alcune parole troncate, come per esempio buon e qual, se si trovano davanti a un’altra parola che comincia con vocale.

Perciò sono diffusissimi errori ortografici come per esempio:

  • Qual’è
  • Qual'era
  • Buon’uomo
  • Buon'amico

Le quattro espressioni qui sopra SI DEVONO SEMPRE SCRIVERE SENZA APOSTROFO perché sono troncamenti e non elisioni.

Scriviamo dunque: qual è; qual era, buon uomo, buon amico.

In presenza di elisione l'apostrofo va sempre scritto. In presenza di troncamento, invece, l'apostrofo va scritto solo in alcuni casi particolari.

A caccia di strafalcioni

Capito? Sì? Bene! Allora sei pronto per correggere gli erroracci scritti sui giornali, sulle torte e sui muri da questi sconosciuti asinelli.

UN'ADDIO TRA I VELENI --> l'articolo indeterminativo "un", posto prima di un nome maschile si tronca, non si elide ; dunque l'apostrofo che leggiamo nel titolo della figura qui sopra proprio non va!
Questa grave svista è comparsa sulla prima pagina di uno dei quotidiani più venduti in Italia. Certo, anche i migliori possono sbagliare. L'importante è non perseverare!

BUON S'AN VALENTINO --> Nel classico cuoricino d'amore, un incauto innamorato ha scritto sul muro (che già è una cosa da NON fare "Buon S'an Valentino. Ti amo". Chissà se la sua amata (o amato, eh!) è rimasta più colpita dal messaggio o dallo strafalcione!

QUAL'È LA MERCE DI SCAMBIO? --> Una parlamentare italiana una volta espose un cartello con un classico orrore ortografico, che la qualifica come asina: "qual è" SI SCRIVE SEMPRE SENZA APOSTROFO perché è un troncamento, non un'elisione. E, a dirla tutta, "È", ossia la terza persona presente del verbo essere, si deve scrivere con l'accento, non con l'apostrofo come ha fatto lei!

"ORA COME ALL'ORA"-->… Ora come allora: cioè ora come un tempo. Se invece scrivo all'ora con l'apostrofo , come vedi sulla torta nella foto qui sopra, il significato è completamente diverso. Per esempio: l'auto andava a più di cento chilometri all'ora .

COSTUMI D'AMARE --> I costumi sono da mare perché "da amare", cioè da apprezzare, va scritto senza elisione. E poi, ovviamente, ha tutto un altro significato.